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LEZIONE 11 DICEMBRE - LABORATORIO

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Messaggio  Annalisa Marigliano Lun Dic 14, 2009 4:56 pm

Salve a tutti!
questo percorso è stato bellissimo, ricco non solo di teorie ma anche di reali emozioni e per questo tengo ancora a ringraziare la professoressa Briganti che ci ha dato questa possibilità di viverlo...
non nascondo che venerdì, al termine della lezione, provavo a non pensare che era terminato il corso ma non ci riuscivo; infatti, non sono riuscita a trattenere una lacrima, non mi vergogno a dirlo ma ho pianto un po' quella sera proprio perchè non ci sarebbero piu state storie raccontate in prima persona come quella di Adele che è entrata nel mio cuore, non ci sarebbero stati piu confronti, ecc. Sad
al ''regala e condividi'' io regalerei e condividerei coraggio, forza, sorrisi, in poche parole darei tutta me stessa per queste persone che soffrono!!!!
un forte bacio e un abbraccio a tutti.
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Messaggio  puocci.immacolata Lun Dic 14, 2009 5:42 pm

Salve....
Non è semplice stabilire quanti sono i disabili in italia.Il problema è legato ai diversi fattori.Innanzi tutto quello di disabilità è un concetto non universale.Molto spesso la sua definizione è legata al ricercatore o al tipo di ricerca che si sta effettuando.In molti casi si usano inoltre in maniera imprecisa o si confondono tra di loro i termini "invalido", "disabile" o "inabile".

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Messaggio  mariangeladoriano Lun Dic 14, 2009 6:18 pm

Rispondo ad Antonella e a chiunque in questo corso si è sentito toccato e..perchè no...confortato dal constatare che dietro, a volte, ai sorrisi ed all'allegria anche "chiassosa" come dice lei potrebbe esserci la sofferenza di chi con dignità accetta la disabilità di persone che ama e che sa di poter aiutare, a volte, solo con l'amore e con il sacrificio personale...
Antonella è un esempio di grande forza! Ha perso un po' di esami all'università quando il suo papà è stato più male, ma come una guerriera è andata avanti pur non facendo mancare al suo papà tutto l'affetto materiale e spirituale di cui necessitava.
A volte mi ha detto "è come se fosse trasformato...ma è sempre mio padre ed ha bisogno di me!!"
A lei e a chi presta il suo aiuto a chi non ne riceve da altri, dandogli rispetto, dignità e affetto...GRazie mille!! Il mondo ha qualche speranza finchè ci saranno persone come te..
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Messaggio  elenaamendola Lun Dic 14, 2009 6:31 pm

Sono d'accordo con tutte voi, oggi è stata la lezione più bella ed interessante, anche se la più disarmante, di questo corso. Una donna che si riteneva inadatta e timida ci ha fatto guardare la vita da un'altra prospettiva. Bellissimi i tanti insegnamenti: la vera bellezza è quella di dentro; la vita è così e bisogna accettarla; prego la Madonna per ringraziarla di quello che ho perchè molti stanno peggio....Una stretta al cuore invece l'accettazione per delle istituzioni latitanti che non fanno rispettare le leggi e per una politica che taglia sempre più i fondi, anche i loro, come i computer che non vengono più ritenuti tra gli strumenti da donare ai disabili (come lei stessa mi raccontava).
GRAZIE ADELE PER LA TUA FORZA E LA TUA BELLEZZA! I love you
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Messaggio  Mara Carputo Lun Dic 14, 2009 7:43 pm

claudia ciampo ha scritto:Scrivo per spezzare una lancia a favore di Franca. Purtroppo, lo scontro finale al quale abbiamo assistito, è una triste "guerra fra poveri" frutto della latitanza dell'Amministrazione Centrale e Locale: Governo, Regioni, Comuni. Non si dovrebbe lasciare sola la persona disabile e la famiglia di una persona disabile. L'amore da solo non basta, non cancella il senso di frustrazione e impotenza che prova il familiare di fronte al bisogno del congiunto. Se Franca avesse avuto assistenza non proverebbe la rabbia che prova ora....e anche Adele,non vivrebbe più "giorno per giorno", come ci ha ripetuto più volte stasera. Se le venisse offerta la possibilità di una maggiore autonomia, potrebbe sperare, progettare. L'amore è fondamentale, la solidarietà sociale anche.....ma serve qualcosa di più.....il reale intervento delle Istituzioni

Ciao Claudia, sono daccordo con te, bisogna essere più realisti, solo l'amore non basta ma voglio dirti che vale molto e fare le cose con amore significa farle meglio!! cheers
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Messaggio  Ilaria Mellone Lun Dic 14, 2009 8:08 pm

Messico Patrizia ha scritto:Questo corso mi ha arricchito tantissimo, però oggi credo che sia stata la lezione più bella in assoluto, sia per quanto riguarda la parte laboratoriale "condividi" o "regali" e sia quando è arrivata Adele che ci ha raccontato la sua esperienza...nella prima parte è stato interessante e molto toccante quando simona ha voluto regalarci una lacrima e un sorriso raccontandoci la sua esperienza, lì mi sono resa conto che questo corso ci ha permesso davvero di diventare una piccola comunità di vita, unite per uno stesso scopo star bene con gli altri e con se stessi.
Quando è arrivata Adele e ha cominciato a raccontare la sua storia ho segnato delle frasi che mi hanno molto colpito e vorrei riportarle:
"prendetevi la vita giorno per giorno...la vita è bella lo stesso...va vissuta com'è";
"è bello essere belli dentro, ma non fuori";
"tutto ciò che si fa con amore riesce bene";
"chi non ha bisogno di sentirsi amata?"
E' stato interessante quando Adele ci ha raccontato le difficoltà effettive che un diversamente abile nella nostra città deve affrontare giorno per giorno.
A parole siamo tutti benevoli e sembriamo commuoverci alla vista di persone diversamente abili, però giustamente Adele ha fatto notare che quando ci sono macchine ferme sulle salite per le sedie a rotelle, nessuno aiuta il disabile in difficoltà, oppure a Napoli ci sono 10 pullman per disabili però non funzionano.
Pertanto nonostante le belle parole della società civile spesso i disabili sono lasciati da soli a risolvere i problemi e sono posizionati all'ultimo posto della scala sociale.
La vita del disabile è una continua lotta, anche quando deve ottenere una sedia a rotelle dall'Asl.
Chiudo con una frase detta da Adele "la sensibilità in fondo ce l'hanno tutti, ma l'acquisti solo se la vuoi acquistare".

A presto Patty Smile

Ciao Patrizia, leggendo il tuo commento vorrei appunto dirti che condivido con te quanto hai scritto.Sono pienamente d'accordo.Anche a me hanno colpito tanto le frasi(quelle che hai riportato)dette da Adele venerdi in aula!!!Facciamone tesoro di tutto ciò che è stato detto...impegnamoci tutti,anche se nel nostro piccolo, a collaborare per cercare di migliorare la situazione,per aiutare e stare vicino, alle persone diversamente abili....A presto Ilaria Mellone Very Happy
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Messaggio  Antonietta.Gioviale Lun Dic 14, 2009 9:23 pm

claudia ciampo ha scritto:
Scrivo per spezzare una lancia a favore di Franca. Purtroppo, lo scontro finale al quale abbiamo assistito, è una triste "guerra fra poveri" frutto della latitanza dell'Amministrazione Centrale e Locale: Governo, Regioni, Comuni. Non si dovrebbe lasciare sola la persona disabile e la famiglia di una persona disabile. L'amore da solo non basta, non cancella il senso di frustrazione e impotenza che prova il familiare di fronte al bisogno del congiunto. Se Franca avesse avuto assistenza non proverebbe la rabbia che prova ora....e anche Adele,non vivrebbe più "giorno per giorno", come ci ha ripetuto più volte stasera. Se le venisse offerta la possibilità di una maggiore autonomia, potrebbe sperare, progettare. L'amore è fondamentale, la solidarietà sociale anche.....ma serve qualcosa di più.....il reale intervento delle Istituzioni

Ciao Claudia, sono daccordo con te, bisogna essere più realisti, solo l'amore non basta ma voglio dirti che vale molto e fare le cose con amore significa farle meglio!!


ciao ragazze..sono daccordo anche io con voi...nel sperare ..nel progettare...sempre però con amore e solidarietà.. I love you
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Messaggio  mariangeladoriano Lun Dic 14, 2009 11:38 pm

Non c'ero purtroppo all'ultimo laboratorio e non ho potuto ascoltare Adele. Mi sono, però, fatta raccontare dalle mie colleghe/compagne quello che è successo e la forte empatia che dopo si è instaurata in aula tra chi aveva ascoltato la sua testimonianza...è stato un invito forte a riflettere, a valutare bene ogni dono che quotidianament3e la vita ci fa...ed è un invito, anche, a rialzarsi dopo le cadute, perchè niente può essere più forte della nostra forza di volontà!
Ho trovato una storia di sogni, di successi, di cadute e di rinascite...ve la propongo, perchè tutti possiamo riflettere...ancora...sulle gioie quotidiane, sulle fortune che abbiamo e che chi ci ama ci dà quotidianamente e sulla vita...che vale la pena di essere vissuta, sempre, al meglio, attimo per attimo...
Mariangela


Filippo Preziosi
venerdì 11 settembre 2009 alle ore 5.03
Filippo Preziosi

Nato, il 14 aprile 1968, e cresciuto a Perugia ha poi conseguito la laurea in ingegneria meccanica presso l'Università di Bologna. Sostiene un colloquio con l'ing. Bordi dopo averne rifiutato uno in Ferrari.Entrato in Ducati nel 1994, dopo il servizio di leva, ha curato la progettazione e lo sviluppo della Ducati Desmosedici che, dopo 33 anni dall'ultimo successo di una casa italiana, ha portato la squadra bolognese a vincere il titolo mondiale MotoGP.
A partire dal 1994 ha coordinato un gruppo di persone, inizialmente piccolo, poi sempre più numeroso, che ha progettato, a partire dalla Ducati 916 stradale, la versione da corsa destinata al Campionato mondiale Superbike. In seguito ha sviluppato moto e motore da corsa generando le versioni 996 e 998.
Nel periodo 1996-1999, oltre alla progettazione delle moto da corsa, si è dedicato alla progettazione delle moto di serie come responsabile dell’ufficio tecnico. In particolare ha coordinato il gruppo che ha sviluppato il nuovo motore per moto di serie e da corsa Ducati 998 Testastretta.
A partire dal 1999 ha assunto l’incarico di direttore tecnico di Ducati Corse ed in tale posizione ha curato la progettazione e lo sviluppo della moto e del motore 999 per il Campionato mondiale Superbike e della Desmosedici per il campionato MotoGP.
Dal 2003 è Direttore Generale di Ducati Corse; nello stesso anno, a causa di un incidente durante un raid in Africa, perse l'uso delle gambe e da allora ha anche difficoltà di movimento negli arti superiori.

Per raccontare meglio l’uomo riporto un’intervista di Candido Cannavò.

BORGO PANIGALE (Bo), 23 settembre 2007 - Ingegner Preziosi, con tutto il rispetto per la sua magica Ducati che si appresta a vincere il Mondiale, guidata da un ragazzo prodigio di nome Casey Stoner, con tutta l'ammirazione per lei e il suo staff che l' avete concepita, io sono qui per la carrozzina a rotelle sulla quale lei da sette anni è costretto a trascorrere la sua vita. Questo trabiccolo, testimone della sua vicenda personale, romba più dell'imbattibile Desmosedici: è civiltà che avanza, è lotta contro il pregiudizio, è musica che dà coraggio a tanta gente colpita da un agguato della sorte... Filippo Preziosi, direttore generale della Ducati Corse - ma lui però preferisce direttore tecnico - è un bel ragazzo di 39 anni, con due grandi occhi che scrutano nel mistero delle moto e nella profondità della vita e lunghi capelli scuri e ondulati. Tetraplegico per un incidente in Algeria: su una moto. Ascolta la mia premessa e mi guarda imbarazzato, cercando di decifrare a che tipo di persona ha dato appuntamento. E subito capisce che la sua Ducati «divina creatura» rimarrà sullo sfondo del nostro incontro e che al al centro ci sarà la sua storia: il sogno infantile, lo studio, il traguardo, la caduta, il riscatto, il capolavoro.
LA CONQUISTA - Misano è alle porte, c' è odore di trionfo definitivo e lui incrocerebbe volentieri le dita per scacciare i brutti pensieri, ma può disporne di uno soltanto, perché anche braccia e mani, oltre alle gambe, sono inerti: "Eppure quell' unico dito che riesco a muovere - spiega - mi ha cambiato l' esistenza. Posso toccare i tasti di un computer, posso tenere in mano una penna. Vede com' è la vita? Muovere un dito può diventare una grande conquista". Conosco queste situazioni paradossali, questi minuscoli frammenti di felicità nel mondo dei cosiddetti disabili, ma provo ugualmente i brividi dinanzi a quel dito prezioso che si muove e sembra voler irridere ai tanti sprechi del nostro vivere. Siamo in armonia, possiamo procedere. Filippo, diamoci del tu: da dove comincia la tua storia, dove si spezza, quando rinasce e s' impenna?
IL MITO - E lui racconta di un bambino di Perugia, generato da una mamma meravigliosa e insieme da una moto immaginaria. Chissà da dove nasce una vocazione così profonda. Nelle vie dell' infanzia c' è un motorino di nascosto dal padre Pietro, poi nel cuore e nella fantasia di un ragazzo che avanza entra un mito: Ducati. Come mai Ducati? Un mistero: a quei tempi è povera, in mani statali, sta spegnendosi. Filippo trova una spiegazione quasi ascetica: "La Ducati è diversa, ha una musica inconfondibile, senti che è fatta per te, tu sei come lei, è una moto senza compromessi...". Ascolto in silenzio, direi in sintonia religiosa, ci capisco ben poco, ma alle visioni non si comanda.
ASSUNTO - Il ragazzo Filippo corre veloce: ha una Ducati tutta sua a 18 anni, è una TL 350 bicilindrica, fa due anni di università a Perugia, poi la mecca: Bologna, dove prosegue gli studi. La sede delle Ducati è a Borgo Panigale, quattro passi. Il sogno di una vita si avvicina. Laurea in ingegneria meccanica: 110 lode e altri dettagli. E la corsa di quel giovanotto diventa uno sprint. Colloquio alla Ducati: accettato. E' il 1992, ma c'è il servizio militare di mezzo.
SCALATA - L'approdo definitivo alla rossa avviene nel 1994 e nel novembre dello stesso anno l' ingegner Preziosi è responsabile dell' ufficio tecnico corse. "La Superbike è stata la nostra palestra. È in quell' ambito che siamo cresciuti e ci siamo presi anche grandi soddisfazioni. Poi nel 2000 si aprì il capitolo affascinante della MotoGP che avrebbe debuttato due anni dopo, ma già si conoscevano i regolamenti".
L' INCIDENTE - Immagino che Filippo disegnerebbe quel momento come l' apertura delle porte del paradiso, ma troppo bella era stata la sua storia perché il maligno non intervenisse. "La disgrazia avvenne in Algeria, nel dicembre del 2000. L'amica moto mi presentò la faccia brutta della vita. Lesione del midollo spinale a livello cervicale. Ed eccomi qui: tetraplegico. Ti chiedo un favore, anzi ti prego: non parliamo di quell' episodio".
VICINI - Ma del seguito lui racconta tutto, volentieri, perché nel dolore del seguito c' è il prodigio di una vita che vince, anzi che trionfa. "Mia madre, la mia ragazza Arianna, diventata poi mia moglie, le mie sorelle, Claudio Domenicali, anima della Ducati, sono stati gli angeli custodi che mi hanno sottratto alla disperazione. Tu conosci il problema perché hai frequentato il nostro mondo. Della tetraplegia si colgono in genere solo gli aspetti e le sofferenze esteriori. Ma nessuno riesce a capire, per esempio, quale dramma sia sentirsi inutili, perdere il rispetto per se stessi. Primo ospedale a Innsbruck, poi a Murnau in Germania, quindi a Sondalo in Valtellina. E qui, tra cure mediche e ondate di umanità, ho ritrovato la mente, il rapporto positivo con la vita. Gente eccezionale. In poche parole, sono rinato".
NUOVO INIZIO - Filippo non ha bisogno di riprendere fiato. «Claudio Domenicali e i ragazzi della Ducati mi mandavano i disegni e le relazioni. Mia madre leggeva e io con un cenno degli occhi le indicavo di voltar pagina. Ero coinvolto nei progetti e nei problemi dell' azienda e piano piano realizzavo le prospettive di una vita ancora bella, interessante, faticosa. Vita vera, insomma: in carrozzina, senza gambe, senza braccia, con un solo dito mobile. Ho ripreso il lavoro come prima. Mi assiste tuttora in ufficio Francesca, un' amabile ragazza".
MATRIMONIO - "Nel 2003 avvengono due cose importanti: debutta in corsa la Ducati Desmosedici e io sposo Arianna. Lei lavora in una associazione onlus, Save the Children: condivide in pieno la mia vita, con tutti i bisogni e i limiti che ne derivano. Ogni mattina per quelle cure personali che tu smaltisci in mezz' ora a me occorrono due ore o più. Questo dall' esterno non si vede...". Ci eravamo dati un'ora di tempo, siamo andati al di là e non abbiamo ancora disturbato nel suo empireo la «divina creatura» che ha vinto sette GP con Stoner e sta riportando il Mondiale in Italia dopo i tempi eroici della MV Agusta.
LE CORSE - Filippo Preziosi cita i nomi di Vittoriano Guareschi, prezioso collaudatore, e di Troy Bayliss il re della Superbike che l' hanno seguita nella crescita. Io temo che per illustrarmi la moto s' immerga in dettagli tecnici magari importanti ma per me incomprensibili. E invece l' ingegner Preziosi mi accompagna nel regno della poesia dove da bambino cominciò a sognare la Ducati: «Questa Desmosedici - dice - è nata pazza. Aveva potenza, velocità, ma un carattere scorbutico che le toglieva efficienza, continuità, equilibrio». E tu, Filippo, cosa hai fatto? «Le ho dato equilibrio, ma le ho impedito di rinsavire. Così è nato il prodigio. Capirossi lo ha battezzato, Stoner lo ha consacrato». E' il più bell' elogio della follia che io abbia mai ascoltato. E adesso, poesia per poesia, prima di salutarci, creiamo un garbato dialogo tra la carrozzina a rotelle e la mitica Desmosedici, immaginando che siano un po' madre, un po' figlia. In punta di piedi entriamo nel museo. Filippo s' avvicina alla «divina creatura» e l' accarezza.
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Messaggio  LauraGervasio Mar Dic 15, 2009 11:56 am

Io voglio condividere la bellissima esperienza del corso con tutte le partecipanti perchè attraverso gli interventi, il racconto delle esperienze di ognuna, le conoscenze e informazioni che ci siamo "passate" abbiamo avuto modo di crescere. Io sono cresciuta tantissimo per quanto riguarda l'argomento della disabilità e forse a differenza delle mie colleghe partivo un pò svantaggiata in quanto ho poca esperienza diretta con la disabiltà. Il contributo delle colleghe e gli imput fornitimi dalla prof. mi hanno permesso di riflettere su aspetti e problematiche alle quali non mi ero mai soffermata a riflettere, queste riflessioni mi sono state molto utili per avvicinarmi al mondo della disabilità e a percepirle in maniera più empatica.
Inoltre, vorrei regalare attegiamenti di felicità e ottimismo di fronte alle situazioni difficli e stressanti, in quanto, altro aspetto sul quale ho potuto riflettere attraverso questa esperienza di corso, è quello di non affligermi di fronte agli stressor che assorbiamo attraverso le difficoltà della vita quotidiana in quanto dobbiamo sorridere sempre perchè già siamo molto fortunate ad avere una vita automoma e a non dipendere da altri ad esempio per fare una semplice passeggiata!!! Very Happy
Infine, interessante e costruttivo è stato anche l'intervento di Adele, la quale ci ha incoraggiate a vivere la vita per quello che siamo senza crearci problemi superflui per come siamo, è fondamentale essere belli dentro per poter essere belli anche fuori, stare bene con se stessi per poterlo essere anche con gli altri, e io condivido a pieno questo suo pensiero. Dopo, ci ha raccontate le varie difficoltà che una persona diversamente abile deve affrontare quotidianamente e traspariva, dopo suoi vari tentativi di protesta e di lotta, la sua rassegnazione di fronte alle istituzioni negli interventi per le problematiche delle persone diversamente abili. Praticamente Adele ha affermato che lei da sola non può far nulla ci ha provato ma non è servito a molto. In pratica lei ritiene che la responsabilità è della società che non lotta e non si interessa delle problematiche delle persone diversamente abili, anche in questo caso condivido il pensiero di Adele, infatti, anche in un altro mio intervento sul forum e in aula ho affermato che la responsabiltà maggiore è della società, perchè non c'è nessuno che sensibilizza la socità, l'interesse nasce solo dalla problematica personale. E' per questo che c'è la differenza tra il nostro paese e gli altri d'europa, dove i diversamente abili possono essere persone autonome e libere di poter girare per la città senza mettere in pericolo la loro vita, perchè è la società che è diversa, una società più civile, più sensibile, più democratica e rispettosa per i problemi delle persone diversamente abili.
forse, la nostra è una società più egoista? o poco informata e poco sensibilizzata a questo tema?
Credo che sarabbe imporatante capire il motivo per cercare di operare un cambiamento.
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Messaggio  giuseppinadicaterino Mar Dic 15, 2009 12:28 pm

BUONGIORNO
La lezione dell'11 Dicembre è stata molto bella soprattutto quando è venuta Adele a raccontarci la sua esperienza.Nella storia che ci ha raccontato Adele mi hanno colpito delle frasi in particolare tipo:"LA VITA é MOLTO BELLA VIVETELA GIORNO PER GIORNO" .Quando invece Simona ci ha raccontato la propria esperienza mi sono emozionata tantissimo.A dir la vita verità prima non pensavo a quante difficoltà potessero incontrare quotidianamente le persone disabili.

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Messaggio  Marta Carota Mar Dic 15, 2009 5:05 pm

Non sono potuta essere presente all'ultima lezione del corso, ma leggendo i commenti delle colleghe, ho notato che c'è stata questa ragazza Adele, che ha raccontato la sua storia e la sua esperienza. Alcune dicono che è stata una grande maestra di vita, sono state riportate delle sue frasi, molto belle e toccanti... ma io credo, che a volte non bisogna aspettare un corso universitario che c'informi della realtà che ci sta intorno, in quanto ogni giorno ciascuno di noi ha delle lezioni di vita, sentendole sulla sua pelle e basandosi sulla sua esperienza personale belle brutti e tristi che siano... basta guardarsi intorno a volte sentendo solo i telegiornali sentendo le storie dei nostri amici o parenti ma a volte capita anche di leggere negli occhi il dolore e la sofferenza di persone che quotidianamente incontriamo per strada. Infatti, parlo un pò per esperienza personale. Ogni mattina vede un ragazzo sulla sedia a rotelle che si avvia per andare a scuola (non so la sua storia) ma mi piace il fatto che la maggior parte delle volte lo vedo sempre col sorriso finto o vero che sia, leggendo nei suoi occhi che dietro a quel sorriso c'è o c'è stata tanta sofferenza...
Sicuramente, questo corso è un "pezzetto di esperienza in più" da mettere in tasca per affrontare la realtà di ogni giorno!
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Messaggio  Angela de Cristofaro Mar Dic 15, 2009 7:10 pm

Ciao a tutte, anche per me la lezione del’11 è stata la più bella, anzi per utilizzare il termine giusto la più emozionante, tra lacrime e sorrisi.
Per quanto riguarda la parte laboratoriale "condividi" o "regali", voglio regalare a tutto il mondo tanta serenità e tanta speranza soprattutto per i disabili.
Molto toccante le esperienze raccontate da Adele, con le sue difficoltà quotidiane, e penso che molte volte sono proprio i fattori barrieranti ad evidenziare e a rendere difficile una disabilità. Mi sono soffermata su una frase che ha espresso Adele: …prendetevi la vita giorno per giorno…la vita è bella così com’è !Purtroppo noi mormododati chiediamo e pretendiamo sempre troppo da essa, guardiamo sempre al di là delle cose e non ci accorgiamo che le cose più importanti sono proprio quelle che abbiamo intorno, l’amore I love you , il sorriso Smile , la pace nel I love you
Per noi future insegnanti,dobbiamo imparare ad ascoltare i loro silenzi come gridi di aiuto, imparare ad aprire le orecchie del nostro cuore, perché loro hanno bisogno anche di noi!!!
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LEZIONE 11 DICEMBRE - LABORATORIO - Pagina 3 Empty "condividi" o "regali"

Messaggio  antonietta.rossana Mar Dic 15, 2009 8:20 pm

Rosaria Rossana Vetrano
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L'ultimo incontro è stato suddiviso in due parti:
- "condividi" o "regali";
-incontro con Adele.
Non avendo avuto la possibilità in aula di "condividere" o "regalare", condividiamo e regaliamo questa poesia scritta da Buber:

L'altro, per quanto disabile o famiglia con figlio disabile,
non è da noi visto come alterità,
come anormalità e sofferenza,
attraverso cui rappresentare la propria normalità
ed il proprio benessere
e nemmeno come oggetto di accudimento
attraverso cui esercitare la nostra compassione.
L'altro, per quanto disabile,
è per noi soggetto,
cittadino a tutti gli effetti,
persona nella sua totalità ed unicità
attraverso cui rileggere gli elementi fondativi della nostra esistenza
e del nostro fare società,
"Come corpo vivo che si mostra davanti a me
e ha a che fare con me
ed io con lui".

Adele, è la conferma di quanto questi versi recitano.
Buona lettura a tutti.

antonietta.rossana

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Messaggio  giovanna.chianese Mar Dic 15, 2009 8:26 pm

La lezione di venerdì è stata proprio la più bella, la più emozionante.
Il racconto della propria storia, del proprio vissuto da parte di Adele mi ha commosso e mi ha fatto riflettere su quanto sono fortunata.
Non è mai facile raccontare il disprezzo e l'indifferenza che le persono provano verso i disabili e le lotte che ogni giorno queste persone sono tenute a fare per il riconoscimento dei loro diritti.
Adele ha dimostrato che bisogna crederci, che bisogna prendere la vita giorno per giorno, perchè essa è bella sempre e va vissuta com'è. La sua è una lezione di vita per tutte noi!
Grazie prof. per questa magnifica esperienza. cheers

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Messaggio  Liguori Laura Mar Dic 15, 2009 8:59 pm

Il corso non poteva chiudersi in maniera migliore grazie al contributo di Adele durante la nostra ultima lezione.L'intervento e le parole che Adele ha utilizzato per spiegare la sua condizione di disabile sono stati davvero emozionanti e di grande effetto. Adele più volte ci ha detto che per aiutare un disabile non bisogna fargli sentire il peso della sua condizione e dell'aiuto che gli stiamo offrendo. L'aiuto che si può dare ad una persona disabile è la disponibilità e l'amore incondizionato perchè tutti noi possiamo amare,è una cosa che fa parte di noi.Adele ci ha anche spiegato che la società siamo noi cittadini che dobbiamo sostenere e aiutare il disabile ad avere una città più confortevole e adatta alla sua condizione di disabile attraverso l'abbattimento di tutte le barriere architettoniche.
Ma la cosa che più mi ha colpito durante il suo discorso è che ognuno di noi è diverso dall'altro, in una caratteristica fisica o semplicemente in un modo di fare ed è per questo che siamo tutti sullo stesso piano e dobbiamo avere tutti le stesse possibilità ed opportunità all'interno della società ma soprattutto nella vita e nelle relazioni con gli altri questo è stato sempre anche un mio punto di vista da cui partire nella mia quotidianeità contro ogni tipo di pregiudizio nei confronti degli altri e credo sia un punto fondamentale a cui tutti dovrebbero fare riferimento.
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Messaggio  Daniela Mermati Mar Dic 15, 2009 11:56 pm

Mi dispiace non essere stata presente all'ultima lezione e soprattutto di non aver potuto ascoltare le parole di Adele.
Posso affermare che questo corso, soprattutto dal punto di vista umano, mi ha insegnato tanto.Se dovessi fare un regalo ad una persona diversamente abile, le regalerei un mondo privo di barriere architettoniche e pregiudizi per darle la possibilità di vivere una vita senza la necessità di scendere a compromessi di nessun tipo.

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Messaggio  annamaria mancuso Mer Dic 16, 2009 8:59 am

Mi dispiace tanto non aver potuto partecipare all'ultima lezione.credo di aver perso una gran bella lezione. comunque questo corso per me è stato molto importante perchè mi ha fatto conoscere cose e situazioni che conoscevo poco e soprattutto ha dato la possibilità a tutti di parlare e di condividere le esperienze. credo infatti che questo sia il modo migliore per imparare.
vorrei "condividere" tanta forza interiore con tutti quelli che ne hanno bisogno e vorrei "regalare" amore a tutti.

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Messaggio  Annalisa Zorzi Mer Dic 16, 2009 1:52 pm

Quest'ultimo laboratorio ha rappresentato la conclusione di un percorso svolto in aula mediante l'osservazione di filmati, con esperimenti che ci hanno condotto ad avvicinarci all'universo dei diversamente abili. La testimonianza di Adele è stata commovente e, al tempo stesso, è servita a toccare con mano le difficoltà affrontate quotidianamente dalle persone affette da handicap. Mi ha particolarmente colpita l'osservazione di Adele relativa all'impossibilità di poter andare, a causa delle barriere architettoniche, addirittura a far visita alla madre al cimitero. La perdita dei genitori, che come lei stessa ha sottolineato, l'hanno circondata di un amore totalizzante, è stata per lei, oltre che un vuoto incolmabile dal punto affettivo, un momento diffcilissimo per affrontare le difficolta' concrete che la vita quotidiana riserva. Questo dovrebbe spingere la società, che come giustamente diceva Adele "siamo noi" a prendersi carico in modo concreto delle difficolta' di queste persone che al momento della perdita dei loro genitori, restano nella maggior parte dei casi, sole ad affrontare problematiche piu' grandi di loro.

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Messaggio  Sara Gribaudo Mer Dic 16, 2009 2:09 pm

Quest'ultima lezione è stata davvero interessante.
L'incontro cn Adele mi ha permesso di capire di più come vivono,come si sentono.....a me lei è sembrata molto scettica sui cambiamenti di questa società,la sentivo parlare quasi come fosse rassegnata.....e mi dispiace davvero tanto!è brutto e pesante sentire alcune cose,come il caso del puman che lei stessa ha raccontato....
Sara Gribaudo
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LEZIONE 11 DICEMBRE - LABORATORIO - Pagina 3 Empty LauraGervasio Oggi a 16:55

Messaggio  Admin Mer Dic 16, 2009 6:13 pm

RIFLESSIONI CONCLUSIVE
LauraGervasio Oggi a 16:55


Condivido le aspettative future di tutte!!!
Sono convinta che questa esperienza ha lasciato in ognuna di noi qualcosa di importante che ci permetterà di agire in futuro in manira più matura e consapevole.
LauraGervasio


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Messaggio  Antonella Cicala Mer Dic 16, 2009 6:22 pm

… ero lì , ascoltavo con attenzione le parole di una “donna” e lentamente liberavo la mia mente per vivere una forte emozione … trattenevo quella lacrima che voleva a tutti i costi uscire di fronte al dolore espresso dai suoi occhi … e nasceva in me tanta rabbia che mi stringeva la gola come una corda …
Stavo percorrendo la storia di una Vita Speciale, quella di Adele, che dopo tante lotte coraggiose, sconfitte e vittorie mi diceva insistentemente :

... "IO NON POSSO ACCETARMI PERCHE' VEDO CHE GLI ALTRI NON MI ACCETTANO ...
E ALLORA NON MI RESTA CHE AMARE CHI MI DIMOSTRA AMORE ...
CONVIVERE CON IL MIO PROBLEMA E ... RASSEGNATA ... VIVERE ALLA GIORNATA!..."


.. queste parole hanno messo in discussione ogni mio pensiero ...hanno suscitato in me tanta tristezza dovuta alla consapevolezza di vivere in una società incurante dell’ALTRO, incosciente e vuota del valore della VITA … ma mi ha insegnato una cosa importante: “gli Altri siamo Noi”… Noi che nel dare una mano ad un amico sbuffiamo alla prima occasione, … noi che nelle nostre azioni siamo pieni di pregiudizi, … noi che con i nostri gesti facciamo indirettamente pesare “la condizione di aiuto”…
E allora facendo tesoro dell’esperienza vissuta … mi preparo a vivere con maggiore consapevolezza e attenzione il futuro lavorativo che mi attende … cercando nel mio piccolo di contribuire al “benessere” delle persone” speciali” che avrò modo di incontrare …
..Concludo ringraziando chi come Adele … ha la forza di testimoniare a gran voce le difficoltà che incontra in questo mondo … e contribuisce all’arricchimento non tanto del nostro percorso formativo ma di quello che mi piace considerare un “ PERCORSO DI CRESCITA”.
Un grazie inoltre, alla docente, per la sua costante guida, e alle colleghe con cui ho condiviso questa esperienza.
Antonella Cicala
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LEZIONE 11 DICEMBRE - LABORATORIO - Pagina 3 Empty RIFLESSIONI CONCLUSIVE

Messaggio  Annalisa Marigliano Mer Dic 16, 2009 8:08 pm

Buonasera a tutti!
sono daccordo con te Laura sul fatto che questa esperienza ci ha lasciato qualcosa di importante; almeno lo è stato con me, mi ha lasciato un segno indelebile e devo dire che se già prima davo tutto il mio amore alle persone disabili, da ora lo farò ancora di piu'... Very Happy
Annalisa Marigliano
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LEZIONE 11 DICEMBRE - LABORATORIO - Pagina 3 Empty RE. ULTIMA LEZIONE

Messaggio  Landa Teresa Mer Dic 16, 2009 9:21 pm

VOLEVO COMPLIMENTARMI PER TUTTO QUANTO è STATO AFFRONTATO NEL CORSO, IL QUALE SI è CONCLUSO VENERDì SULLE NOTE:REGALI O CONDIVIDI.IO PER MOLTO TEMPO DELLA MIA VITA, HO PREFERITO REGALARE SOPRATTUTTO PERCHè IL GESTO DI DONARE CON IL CUORE , LA mIA STIMA, IL mIO AFFETTO MI GRATIFICAVA, OGGI DOPO VARIE ESPERIENZE PREFERISCO CONDIVIDERE, PERCHè ,PER ME LA CONDIVISIONE è VIVERE IN SINTONIA CON GLI ALTRI LE PROPRIE ESPERIENZE DI GIOIA O DI DOLORE E QUESTO è UNA COSA MOLTO COSTRUTTIVA CHE TI ARRICCHISCE DENTRO, MA CHE TI FA SENTIRE ANCHE PIù FORTE SOPRATTUTTO NEI MOMENTI UN Pò.......
POI ,cOME APPUNTO CI HA DETTO LA NOSTRA AMICA -OSPITE TUTTO CIò CHE SI FA SI DEVE FARE CON AMORE SE VOGLIAMO rendere significative le nostre azioni,ed è proprio per questo ,che questo corso alla fine è stato così interessante e coinvolgente per tutti ,perchè la prof. oltre alla sua professionalità , ci ha messo tutta la sua passione ed il suo amore .BUON NATALE A TUTTI...................
Landa Teresa
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LEZIONE 11 DICEMBRE - LABORATORIO - Pagina 3 Empty cyberpunk con le farfalle

Messaggio  antonia colella Mer Dic 16, 2009 9:46 pm

ciao a tutte!
vi scrivo in merito ad un articolo letto su una rivista che parla di un cortometraggio la cui protagonista è un androide.Nebbia,smog,farfalle in bianco e nero.Questa è la realtà dipinta da "la città nel cielo",corto fantascientifico di Giacomo Cimini che ha immaginato un futuro in cui gli uomini cedono il posto ad androidi e cloni.Ecco la trama:un uomo bendato implora in un video di essere lasciato libero.Un altro uomo con indosso una maschera spara al monitor e invia tante piccole farfalle sulle traccie del fuggiasco.Il loro volo ci accompagna attraverso una coltre di nebbia sopra un mondo grigio e di cemento,fino a raggiungere la finestra di un'anomima stanza d'hotel.Qui una bella ragazza dai tratti orientali non obbedisce agli ordini di un grottesco omone di nome Dora che le intima di accontentare il cliente insoddisfatto con tono minaccioso.La bella Ai (questo è il nome della ragazza)si guarda intorno stralunata,sembra venire da un altro pianeta.In realtà è un androide che per la sua insubordinazione rischia di essere "disattivato".E' l'incipit de "la città nel cielo",cortometraggio fantascientifico di ispirazione cyberpunk,ambientato in un mondo avvolto da una coltre densa e foschìa.Ai rappresenta la metafora del modello femminile propinato oggi dai media:una sorta di bambola messa in mostra ad uso e consumo dell'uomo.In altri termini una visione pessimistica del futuro che ci attende dietro l'angolo?"...solo una metafora del nostro tempo!".Lo stesso regista afferma che se guardiamo 2001 Odissea nello spazio o Blade Runner scopriremo che non è la società del 2001 nè lo sarà quella del 2011.In realtà quello che di straordinario fà la fantascienza è cogliere lo spirito del tempo.Non solo quello cui si potrebbe andare incontro,ma quello che viene percepito a livello profondo in quel momento.A completare la galleria di personaggi ci sono un uomo bendato in fuga dal proprio padrone e in cerca della famosa "città nel cielo"(ognuno sceglie quale potrebbe essere)e un giovane ch trova sollievo nell'iniettarsi strane sostanze(un'altra metafora che indica la nostra dipendenza dalla connettività).
.......da vedere......un bacio a tutte.....anto santa flower santa
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Messaggio  Benvenuto Tristana Gio Dic 17, 2009 12:30 am

Credo che la posizione di Franca,al di là dei fraindentimenti,e quella di Adele,siano entrambe legittime,comprensibili e vere...chiaramente non si poteva chiedere ad Adele di condividere le parole di Franca,almeno in quel frangente...ricordo pero' che la fede cattolica,della quale io sono priva,ma nella quale Adele trova tanto conforto,pensa alla rinuncia come ad un evento di grande valore spirituale...a volte si rinuncia a qualcosa per un bene più grande (come,credo,nel caso di Franca,la quale tra l'altro,a mio parere dovrebbe condividere più che regalare...)...la rinuncia,se non inficia lo svolgimento di una vita che dovrebbe essere,per tutti,il più possibile piena,puo' essere una scelta e un modo in cui si esprime la libertà umana...Sono pienamente d'accordo con Claudia...quando mancano le istituzioni e un tessuto sociale che sostengano le iniziative personali,familiari,si condannano gli individui alla solitudine...ne ho sentito il carico forte l'altra settimana in aula,anche se non mi sorprende affatto...E mi convinco sempre più quanto possa essere pericoloso pensare in termini "micro"...tutto è affidato alla piccola cellula della famiglia,vista come il luogo dove tutti i mali possono e devono essere risolti,mentre è proprio li' che ,nella disperazione ,talvolta essi si possono radicalizzare purtroppo...Ripenso al video sulla domotica e con ammirazione a quella famiglia che ha saputo lasciar andare il proprio figlio,sebbene in una situazione protetta...Non possiamo sapere cosa Adele avrebbe fatto di quella possibilità di autonomia...forse mi sbaglio,ma mi è sembrato di cogliere nelle sue parole anche un lieve rammarico per quell'eccessivo protezionismo da parte dei suoi genitori,che potrebbe non averle permesso l'espressione di TUTTE le sue possibilità...

Benvenuto Tristana

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