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lez. 8 - Segue Pistorius _ Libro Dreamrunner - Simona Asciolla

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lez. 8 - Segue Pistorius _ Libro Dreamrunner - Simona Asciolla - Pagina 3 Empty Re: lez. 8 - Segue Pistorius _ Libro Dreamrunner - Simona Asciolla

Messaggio  annarosaria imperato Lun Nov 30, 2009 6:32 pm

"Limiti e difficoltà"..parliamo di un uomo che racconta il sogno di una vita?
Ma chi di noi non ha attraversato delle difficoltà, ha pianto sui propri limiti e ha cercato in qualche modo di superarli??
Beh, Oscar ( impariamo ad usare i nomi Smile ) non fa nient'altro di diverso!
Oggi, la tecnolgia ha fatto passi da gigante, non dobbiamo temere di parlare di corpo protesico.. perchè non è nulla di extraterrestre! Anzi..
Come dice Oscar " tutti abbiamo una disabilità, magari un problema mentale o fisico..". Sta proprio qui la chiave di volta.. considerare un disabile un Uomo, come Noi, come Tutti..!
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lez. 8 - Segue Pistorius _ Libro Dreamrunner - Simona Asciolla - Pagina 3 Empty SEGUE PISTORIUS- SOMONA ASCIOLLA

Messaggio  CONCETTA D'AMELIO Lun Nov 30, 2009 6:36 pm

il tema della diversabilità applicato allo sport è messo in evidenza maggiormente durante le paraolimpiadi, perchè poco interessa ai mass media-non fa notizia. importante a questo proposito è stato Pistorius che ha contribuito non poco a far aumentare l'attenzione sullo sport e sulla disabilità. tutti ci ricordiamo la sua battaglia per gareggiare accanto ai normodotati, e la sua delusione fu la nostra delusione quando fredde analisi e test di laboratorio decretarono la sua esclusione dalle gare. in effetti si è posto l'accendo sulle sue protesi al carbonio, più che protesi per qualcuno.. e condivido in pieno l'analisi che di ciò ne fa uno dei ricercatori intervistati che si chiede come mai alcuni atleti buttino le proprie scarpe dopo appena tre giorni di utilizzo perchè la speciale suola in carbonio ha perso forma.. grande forza invece ha mostrato la famiglia di Pisorius, come scrive una collega, è ora di chiamarlo Oscar, che ha fatto in modo che la disabilità fosse pienamente accettata prima di tutto da lui, perchè "gli altri ti vedono come tu ti vedi...."

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lez. 8 - Segue Pistorius _ Libro Dreamrunner - Simona Asciolla - Pagina 3 Empty Pistorius e gli altri

Messaggio  claudia ciampo Lun Nov 30, 2009 7:09 pm

In questo laboratorio, siamo ritornati sul tema sport e disabilità. Lo sport come possibile mezzo di riscatto e realizzazione delle persone diversamente abili. Attraverso "il caso Pistorius", la sua battaglia per partecipare alle Olimpiadi, o almeno, a spingere la commissione a valutare e prendere in considerazione la sua candidatura emerge, in particolare, il tema del pregiudizio e, forse, l'esigenza di una riorganizzazione delle para olimpiadi stesse. Io ho un'amica, imma, che è una nuotatrice, una vera campionessa. Quando nuotiamo, mi batte sempre, anche se lei ha un solo braccio. Imma ha partecipato a 2 para olimpiadi e anche lei mi ha detto che i criteri non sono proprio giusti perchè lei si trova a gareggiare spesso con persone che sono in una situazione di svantaggio maggiore rispetto alla sua (ciechi che nuotano con il trainer che li guida dal bordo vasca, persone mancanti di entrambe le braccia o delle gambe).
In aula, ho sentito dire da qualcuno che il significato delle para olimpiadi è quello della partecipazione, della condivisione, non è lo stesso delle Olimpiadi. Nè io, nè Imma siamo di questo parere. Gli atleti delle para olimpiadi, si allenano e fanno sacrifici come quelli che partecipano alle Olimpiadi e anche in loro è vivo il senso della competizione, il raggiungere obiettivi.
Nel caso specifico di Pistorius, giudicato addirittura avvantaggiato dalle sue protesi e quindi escluso dalle Olimpiadi, in maniera provocatoria (ma neanche troppo), in aula, ho proposto un terzo tipo di Olimpiadi rivolto a persone come lui.
Riguardo il libro commentato dall'autrice in aula, devo dire che ha messo in evidenza come, anche nel caso delle disabilità, si può essere più o meno fortunati. Pistorius è riuscito a diventare quello che è, non solo grazie al suo impegno ma anche e soprattutto grazie al supporto, alla cultura, e al benessere economico della sua famiglia, alla possibilità che gli è stata data di fare sport, di studiare.......del resto, non avremmo certo avuto un genio come Mozart ( ha fatto il suo primo concerto a 4 anni), se il padre invece di fare il musicista fosse stato un artigiano! Neutral

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lez. 8 - Segue Pistorius _ Libro Dreamrunner - Simona Asciolla - Pagina 3 Empty LIBRO DREAMRUNNER

Messaggio  leonarda savarese Lun Nov 30, 2009 7:23 pm

Molto interessante è stato ascoltare Simona che ci ha raccontato di OSCAR PISTORIUS e della sua straordinaria vita di ragazzo normale:gli scatenati giochi d'infanzia,il suo primo amore,le varie esperienze sportive con il tennis,la pallanuoto, il rugby e infine l'atletica leggera; in cui ha ottenuto risultati che mai nessuno amputato aveva raggiunto.E poi le difficoltà che ha sempre superato grazie al sostegno di una famiglia che gli ha insegnato il coraggio,l'orgoglio e l'ironia;i momenti bui,la dura battaglia per conquistare il diritto a poter partecipare alle Olimpiadi,e in assoluto a non essere considerato un atleta disabile, ma semplicemente atleta. E un uomo.Perchè,come dice lui:''Tutti abbiamo una disabilità''.Magari un problema mentale o fisico.Ma possediamo anche milioni di altre abilità,di talenti che ci possono permettere di superare i nostri limiti e le difficoltà.Questo è il suo sogno.Il sogno che ciascuno di noi dovrebbe avere.

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lez. 8 - Segue Pistorius _ Libro Dreamrunner - Simona Asciolla - Pagina 3 Empty PROTESI/DREAMRUNNER

Messaggio  maria turco Lun Nov 30, 2009 7:27 pm

Le protesi sono dispositivi artificiali atte a sostituire una parte del corpo mancante, e penso che "positivamente" si commentano da sole. Servono per consentire alle persone di vivere normalmente,di dedicarsi alle attivita' sportive e per molti a superare lo status di disabile.Infatti Oscar Pistorius nel suo libro Dreamrunner dove racconta la sua storia,i problemi legati alla sua condizione di disabile sono presentati come altri 1000 aspetti di qualsiasi vita:scuola,amici amori.
Importante e' la figura della madre che gli ha insegnato il coraggio,l'orgoglio e l'ironia.

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Messaggio  Pommella Maria Orsola Lun Nov 30, 2009 7:51 pm

Penso che l’uso delle protesi sia una grande opportunità nella vita sociale così come in ambito sportivo. Pistorius ha dimostrato che, grazie alle protesi, ma anche grazie ad una grande forza d’animo, è possibile diventare un campione, anche se disabile.
Ma credo che nella sua vita siano stati determinanti l’aiuto e il sostegno della sua famiglia, di sua madre, dandogli il coraggio di realizzare il suo sogno e di spiccare il volo.

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Messaggio  falco simona Lun Nov 30, 2009 7:53 pm

annarosaria imperato ha scritto: "Limiti e difficoltà"..parliamo di un uomo che racconta il sogno di una vita?
Ma chi di noi non ha attraversato delle difficoltà, ha pianto sui propri limiti e ha cercato in qualche modo di superarli??
Beh, Oscar ( impariamo ad usare i nomi Smile ) non fa nient'altro di diverso!
Oggi, la tecnolgia ha fatto passi da gigante, non dobbiamo temere di parlare di corpo protesico.. perchè non è nulla di extraterrestre! Anzi..
Come dice Oscar " tutti abbiamo una disabilità, magari un problema mentale o fisico..". Sta proprio qui la chiave di volta.. considerare un disabile un Uomo, come Noi, come Tutti..!

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Hai perfettamente ragione Anna, Oscar non ha fatto niente di diverso, da una persona normale, ha cercato di superare un suo limite e ci è riuscito con tenacia e tanta forza i volontà I love you .. Da ammirare..
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Messaggio  valentina.difiore Lun Nov 30, 2009 8:06 pm

SimonaAsciolla ha scritto:Buongiorno a tutti sunny mi fa davvero piacere che vi abbia interessato e stimolato l'approfondimento su Oscar Pistorius. Io subito me ne appassionai: la sua è, per me, una storia modello...e mi ha insegnato davvero tanto! Dopo tutti i miei studi, ho visto proprio nella sua storia una possibile realizzazione delle tante cose che si auspicano di attuare e che leggiamo nei libri. Ho capito ancora di più quanto sia possibile abolire piano piano il concetto di diversità attraverso una concomitanza di fattori, che se camminano insieme, portano ad una nuova mentalità, ad un mondo dove non c'è più il normale e il diverso, ma ci sono "persone" che in una prospettiva di cambiamento si impegnano nel creare un mondo migliore. Primo fattore fondamentale è la famiglia che è accanto alle persone con difficoltà, che deve sorreggerli e insegnargli il giusto modo di affrontare la vita e le situazioni, perchè ogni situazione, a prescindere dalla diversità della persona, ha lati positivi e negativi, e la famiglia deve avere la forza di inculcare ai propri figli speranza, positività, voglia di far valere se stessi, voglia di combattere per dimostrare chi si è relamente, per abbattere tutti i pregiudizi che purtroppo incombono sulla nostra società. E questo è quello che la mamma di Pistorius ha fatto per lui, trasmettendogli tanta forza e tenacia, che lo ha portato non solo a socializzare "giocando e scherzando", ma anche a realizzare il suo grande sogno, partecipare alle Olimpiadi, e, indirettamente a realizzare anche il sogno di tanti altri come lui che però non hanno avuto la forza tale per imporsi e soprattutto per imporre il "giusto"(riferendomi alla questione del vantaggio delle protesi).
Dopo la famiglia toccherà al bambino stesso far tesoro di questi insegnamenti e farsi valere. Si mostrerà così con occhi diversi di fronte agli altri, che non sentiranno più l'imbarazzo che solitamente si prova quando si è di fronte a un diversamente abile (anche perchè loro hanno molto da insegnarci). Toccherà infine a chi circonda queste persone, porsi nei loro confronti NON CONSIDERANDOLI COME DIVERSI, ma come parte di loro...e sarà così, che si realizzerà un mondo dove TUTTI vivranno più serenamente all'insegna dell'integrazione.
Quindi da parte dei "diversamente abili":
- utilizzare l'ironia, l'umorismo, essere aperti sulla questione e mostrarsi per quello che realmente si è;
- trasmettere agli altri che si sta bene con se stessi e di conseguenza dargli modo di superare quell'imbarazzo causato da etichettamenti dati dalla società stessa.
Da parte degli altri, intesi come società in toto che interagisce con loro:
- superare i giudizi che si danno basandosi sulla semplice apparenza per andare oltre il primo impatto;
- "conoscere" la persona
- interagire positivamente con lei creando un rapporto che porta ad una crescita ed a un miglioramento reciproco.
COME DICE PISTORIUS: L'IMPOSSIBILE NON ESISTE! cheers

Simona Asciolla


Non ho nient'altro da aggiungere,ho lasciato numerosi commenti sul caso Oscar Pistorius e questo sarebbe l'ennesimo se solo non avessi letto ciò che hai scritto..EVVIVA OSCAR!L'IMPOSSIBILE NON ESISTEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE! sunny
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Messaggio  lucia aversano Lun Nov 30, 2009 8:06 pm

La lezione di sabato è stata per me molto importante, perchè mi ha permesso di approfondire la storia di Pistorius soprattutto il relazione al tema famiglia, è fondamentale infatti che quest'ultima resti accanto alle persone con disabilità..trasmettendo loro tenacia, forza di volontà e a non abbattersi dinanzi alle difficoltà, anzi abbattendo essi stessi i pregiudizi. Il sostegno familiare sia esso morale e fisico è un fattore importantissimo in questi casi.

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Messaggio  rosaria zannini Lun Nov 30, 2009 8:08 pm

...effettivamente fà un certo senso ( ovviamente positivo ) vedere una persona che con tale handicap riesca a sfrecciare sulle piste di tutto il mondo a velocità fino a qualche tempo fà impensabili!!!
il punto forse è proprio questo... dare la possibilità a queste persone di poter essere non solo "normali" ma addirittura di poter competere anche a livello sportivo; e su questo oramai negli ultimi tempi si è aperta una diatriba che non troverà la fine ancora per molto.. ma in ogni caso è bello vedere una famiglia che nonostante tanta sfortuna possa gioire per i trionfi personali e sportivi del proprio figlio.
la biogenetica nei prossimi anni farà certamente passi da gigante, forse non consentirà a tutti di gareggiare ma sicuramente aprirà nuovi orizzonti per poter vivere una vita migliore....

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Messaggio  martinoanna Lun Nov 30, 2009 8:15 pm

La lezione di sabato è stata molto interessante, perchè ci ha permesso di comprendere meglio il percorso affrontato da Oscar Pistorius per ottenere ottimi risultati. Simona Asciolla ha messo in evidenza l'importanza che ha avuto nella vita di questa persona straordinaria la sua famiglia ed in particolare sua madre che attraverso l'ironia è riuscita a superare e a far superare a suo figlio i pregiudizi incontrati. Questa storia da certamente un immagine positiva di come si può affrontare la disabilità e di andare oltre ogni aspettativa, ma io mi chiedo cosa si può fare per tutte quelle persone disabili che non hanno a loro fianco familiari/allenatori capaci di sostenerli con tanta grinta?

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Messaggio  laura luise Lun Nov 30, 2009 8:21 pm

Precedentemente ho votato in questo forum, riguardo le protesi di Pistorius, con un secco si, sul fatto che esse siano un vantaggio nell'esecuzione di alcuni sport. Però, grazie anche a questi 3 video, e alle discussioni in aula, posso dire che la mia posizione iniziale ha subito un mutamento.
In quanto, come visto dall'intervista a Bonacini, non tutti gli atleti normodotati, in realtà, sono sempre in condizioni di parità con gli altri atleti;essi spesso utilizzano scarpe con suole in carbonio, o tute di speciali materiali che agevolano le prestazioni.
Quindi, a parità di merito anche i soggetti con arti protesici, dovrebbero poter gareggiare con altri normodotati. Anzi, credo ne abbiano tutto il diritto, poichè anche se solo un normodotato ha la possibilità di disporre di ausili facilitanti per la prestazione, allora non vedo assolutamente, perchè non possano parteciparvi ad una gara, anche disabili con arti protesici.
Inoltre, credo che, ogni atleta rispetto ad un altro potrebbe esser avvantaggiato, anche solo in base alle proprie caratteristiche fisiche e non per questo viene considerato non idoneo a gareggiare.
Forse il problema, sta nel fatto di non riuscire a mandare giù la possibilità che un disabile possa superare nelle prestazioni un normodotato?Penso proprio di si! Abbiamo paura di confrontarci con il "diverso", quindi per ovviare il problema lo emarginiamo a priori.
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Messaggio  licia papa Lun Nov 30, 2009 8:23 pm

Salve a tutti,
volevo esprimere nuovamente la mia opinione riguardo quest'uomo di estrema forza di volontà e valore. Ritengo, a mio avviso, che le critiche a lui attribuitegli riguardo ad una situazione di vantaggio nell'utilizzo di scarpe in fibra di carbonio, non utilizzate dagli altri atleti, non siano state ben analizzate in quanto se è vero che ci sia un vantaggio minimo nel consumo di energia pur correndo alla stessa velocità(25% di energia in meno),da parte di Pistorius, rispetto agli altri atleti,è anche vero che si esclude però la sua abilità del suo corpo di coordinarsi e quindi anni e anni di duro allenamento. Quasi nessuno sarebbe capace di coordinarsi con delle protesi e per far questo Pistorius ha messo in atto delle strategie e dei sacrifici che gli altri atleti non hanno dovuto effettuare. Quindi il minimo vantaggio derivante dal minor consumo di energia derivante dalle protesi viene compensato dalla difficoltà di Pistorius di coordinarsi e dalla fatica che, sopra le protesi, va verificata. E' stato dimostrato che, comparando aspetti positivi e negativi, non si può parlare di vantaggio. Purtroppo l'atleta non ha raggiunto il tempo minimo per accedere alle Olimpiadi e per questo non vi ha preso parte. Oscar Pistorius è diventato un esempio di coraggio e di forza di volontà; ha dimostrato a tutti il suo valore e, il saper superare una situazione di svantaggio, accettarla, e considerarla come punto di forza per competere con coloro che non si trovino in tale condizione deve essere preso come esempio da noi per spronarci a dare sempre il massimo di ciò che possiamo dare, in qualsiasi campo ci troviamo. Nel suo testo Dreamrunner la storia si dispiega tra la sua storia personale e quella legata allo sport. Egli si concentra sull'educazione familiare, sulla mentalità e sul contesto in cui ha vissuto e sul vantaggio/svantaggio delle protesi. La madre è il suo punto di forza, è la persona dalla quale ha tratto elementi senza dubbio positivi quali l'umorismo, l'ironia e l'essere aperto sulla sua questione. Mi ha molto colpito la frase che gli diceva sempre la madre, ossia che gli altri ti vedono come tu vedi te stesso. A mio avviso questa è una grande tesi che va sostenuta e portata avanti, sia da parte delle persone "normali" ma specialmente da parte dei diversamente abili perchè induce all'autoaccettazione e al non buttarsi mai giù. La sua autoironia e il suo ironismo mi ha molto colpito nell'episodio citato nel suo libro in cui alle obiezioni da parte dei compagni sul perchè lasciasse sulla sabbia dei buchi anzichè le orme dei piedi egli risponde che i suoi piedi sono cosi e che lui è speciale appunto per questo. Da qui si evidenzia il vedere il positivo in Quando Pistorius frequentava il collegio un bambino si offri' spontaneamente, senza che gli fosse stato chiesto e senza chiedere nulla, di portare la cartella a Oscari Pistorius; dopo un pò di tempo del prolungarsi di questa situazione lui si mise a correre con la cartella e cosi i compagni lo videro uguale a loro con le stesse capacità. E' importante, quindi, per avere un'integrazione, relazione evitare pregiudizi.
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Messaggio  adelina nardella Lun Nov 30, 2009 8:55 pm

La lezione di sabato 28 novembre, ha riguardato il caso di Pistorius, che grazie all'ausilio delle protesi è riuscito a partecipare alle olimpiadi. durante il laboratorio, abbiamo appreso anche ,che non solo sono state importanti le protesi, per pistorius, ma anche la vicinanza di una madre che gli ha trasmesso fiducia e sicurezza attraverso l'utilizzo dell'autoironia. L'ironia è molto importante proprio perchè ci aiuta a sdrammatizzare su alcune nostre caratteristiche negative, e quindi ad accettarle prima noi stessi e poi anche gli altri.

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Messaggio  marianna bergantino Lun Nov 30, 2009 9:15 pm

Abbiamo paura di confrontarci con il "diverso", quindi per ovviare il problema lo emarginiamo a priori.[/quote]


laura, hai proprio ragione!!!
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Messaggio  La Manna Rossella Anna Lun Nov 30, 2009 9:55 pm

Mi è capitato di vedere una serie di telefilm, sicuramente di circa una trentina di anni fa, chiamati: L'uomo bionico. I telefilm raccontano di un Colonnello dell'aeronautica che in seguito ad un incidente perde l'uso dell'orecchio e di una gamba. La Nasa riesce a salvare l'uomo e sostituisce con parti meccaniche, quelle danneggiate. All'epoca tutto ciò sembrava esclusivamente frutto della fantascienza. Oggi queste sostituzioni sono vere e proprie realtà. L'esempio più eclatante di tale progresso in campo scientifico è certamente quella di Pistorius. Il coraggioso ragazzo nasce con una grave malformazione agli arti inferiori, non non si piange addosso.
Il suo coraggio e la sua tenacia, uniti a quella della mamma che l' ha sempre supportato, hanno fatto si che Oscar non solo camminasse, ma addirittura corresse nelle Paraolimpiadi. Grazie a Simona Asciolla, ho appreso che tali risultati sono stati raggiunti specialmente grazie alla scienza ma soprattutto all'infinita forza, fiducia e determinazione della mamma. Questa mamma coraggio, non si è mai arresa alle condizini del figlio e lo ha spinto sempre a fare sport ed andare avanti. L'amore e la fiducia premiano sempre. Pistorius e la mamma hanno vinto la loro vera gara: quella della VITA

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Messaggio  La Manna Rossella Anna Lun Nov 30, 2009 10:01 pm

Navigando in internet, ho trovato un articolo che mi ha partricolarmente commossa per cui vorrei proporlo a tutti voi.

Ellie Challis, 5 anni, con le protesi di Pistorius
Ellie e le gambe di Pistorius
«Adesso finalmente posso correre»
Londra, la prima bimba bionica: deve cambiarle ogni 2 anni. Amputata a soli 16 mesi dopo una meningite

- Le hanno costruite apposta per lei, per una bambina inglese di cinque anni, e così Ellie è diventata la più giovane persona al mondo a «indossare» un paio di gambe tecnologiche, le stesse, in versione ridotta, che hanno permesso al paralimpionico sudafricano Oscar Pistorius di diventare campione mondiale dei 100, 200 e 400 metri. Una gravissima meningite l'aveva colpita, ironia della sorte, all'età di 16 mesi, proprio quando stava cominciando a muovere i suoi primi passi, provocandole danni irreparabili al sistema nervoso. «I dottori ci avevano chiamato per dirle addio — raccontano adesso i genitori che vivono con Ellie e la sorella a Little Clacton, nell'Essex, in Gran Bretagna —. Il suo cuore si era fermato, ma noi, ai piedi del letto, la supplicavamo di non lasciarci». A quel punto il suo cuore ha ripreso a battere, ma il suo corpo era ormai segnato dalla malattia, le sue gambe e le sue mani erano diventate blu e, quattro giorni dopo, i medici sono stati costretti all'amputazione. Un'operazione chirurgica durata sei ore, su un corpo così piccolo, che però è sopravvissuto. La meningite è una brutta cosa, soprattutto quando è provocata da batteri: se non si riconosce in tempo, può essere mortale, ma anche quando la diagnosi è rapida e la cura immediata può lasciare conseguenze drammatiche. Come è capitato a Ellie. «Era rimasto così poco di lei...» ha detto la mamma Lisa, trentacinque anni, che nella vita quotidiana assiste persone adulte con difficoltà di apprendimento. Ma Ellie, dopo essere sopravvissuta alla malattia, si è rivelata una bambina davvero «forte».

Per lei sono state costruite, subito dopo l'intervento, protesi convenzionali, messe a disposizione dal NHS, il sistema sanitario nazionale inglese, ma con quelle non riusciva a «competere» con sua sorella gemella Sophie, a giocare con lei, a condividere le esperienze. E poi le facevano male. «Le prime che ha usato — dice la mamma — erano troppo rigide e poteva portarle soltanto venti minuti al giorno».

Nel dicembre 2006, i suoi genitori erano riusciti a trovare per lei protesi più moderne, con il ginocchio «snodabile» che le permettevano una migliore possibilità di movimento. Ma Ellie si sentiva ancora troppo limitata e sua sorella Sophie l'ha stimolata a chiedere qualcosa di meglio. I genitori hanno pensato allora di mettersi in contatto con il Dorset Orthopaedic, un noto centro per protesi delle gambe e hanno ottenuto, dal direttore generale Bob Watts, che l'azienda le mettesse a disposizione la versione «junior» del piede flessibile, ormai noto a tutti grazie a Oscar Pistorius e alle polemiche dell'anno scorso circa la sua possibilità di gareggiare, con atleti «normali», alle ultimi Olimpiadi di Pechino. Al principio la bambina ha avuto parecchie difficoltà: non riusciva a bilanciarsi bene su quella specie di lame, bruttissime a vedersi ma capaci di restituire, a ogni appoggio (quando sono usate dagli atleti) il 90 per cento dell'energia trasmessa al suolo, anziché il 60 per cento del piede umano. Poi, a poco a poco, Ellie ha imparato a barcamenarsi con quelle sue nuove compagne e nel giro di pochi mesi ha fatto progressi enormi. Ora si muove con agilità. «Dovrà cambiarle ogni due anni — dice Watts — e ogni protesi costerà 10.000 sterline al paio». Però Ellie, con le sue nuove gambe, può camminare due volte più veloce di prima.

La Manna Rossella Anna

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Messaggio  Grazia Piccolo Lun Nov 30, 2009 10:33 pm

Salve a tutti.
Questo laboratorio mi ha dato la possibilità di sapere qualcosa di più sulla storia di un uomo di cui ho stima per aver affrontato con coraggio e determinazione la sua disabilità. Nelle lezioni precedenti abbiamo avuto modo di ribadire che è un bene che le nuove tecnologie possano in qualche modo migliorare la qualità di vita delle persone disabili. Nel primo video si afferma: "le protesi stanno quasi superando le prestazioni degli arti normali". Meglio così! Eppure qualcuno non condivide il fatto che la disabilità diventi, in questo senso, "un vantaggio".

Grazia Piccolo

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Messaggio  ERIKA D'ACUNTO Lun Nov 30, 2009 10:35 pm

Le protesi sono un'invenzione meravigliosa, permettono alle persone diversamente abili di condurre una vita migliore e di realizzare i loro sogni, Pistorius per me è davvero un esempio da imitare, ogni volta che vedo un suo video penso che nulla è impossibile e che l'impegno e la forza di volontà possono far superare qualsiasi ostacolo Very Happy

ERIKA D'ACUNTO

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Messaggio  RosaGatto Lun Nov 30, 2009 10:46 pm

ANche questa lezione mi ha colpito particolarmente.Dunque Simona Asciolla ha voluto evidenziare l'importanza della famiglia nella vita di questo ragazzo,e particolarmente la madre la quale è riuscita ad aiutare questo ragazzo meraviglioso e soprattutto a fargli superare tutti gli ostacoli!!Credo che sia importantissimo l'aiuto della famiglia,un sostegno,un rifugio,un riparo,xkè è l 'unica vera certezza e sicurezza per questi soggetti...poichè se sostenuti ed incoraggiati,potrammo vedere la vita con occhi diversi ed affrontarla quindi in maniera migliore!!!

RosaGatto

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Messaggio  valeriariccio Lun Nov 30, 2009 10:49 pm

La lezione della scorsa settimana mi ha appassionata molto soprattutto l'esposizione della mia amica Simona sulla vita di Oscar Pistorius. Avevo letto un po' sull'atleta anche in occasione del precedente forum ma non ero a conoscenza del suo libro. Dice Pistorius sognare è solo una questione di testa. Realizzare i propri sogni anche. Lo testimonia nella vita e adesso anche a parole nel suo libro,dove racconta se stesso e della sua esistenza spesa inseguendo un record. Pistorius è riuscito a trasformare la propria disabilità in una grande opportunità: diventare campione.Mi fa riflettere li dove dice che“Tutti abbiamo una disabilità. Magari un problema mentale o fisico ma possediamo anche milioni di altre abilità, di talenti che ci possono permettere di superare i nostri limiti e le difficoltà”. .
Fortunato soprattutto ad avere una famiglia alle spalle affettuosissima e di grande carica vitale che gli ha insegnato il coraggio, l'orgoglio e l'ironia.
Sono felice che Pistorius possa gareggiare a Pechino.Nessun atleta "normale" ha mai protestato contro la sua partecipazione, dando prova di maturità e sportività non comuni.Si discute sul vantaggio delle protesi ma alla fine nessuno ha mai pensato allo svantaggio di non avere le gambe?
Questo ragazzo avrà adesso la possibilità di far vedere quanto vale, a prescindere dai risultati che potrà ottenere.
Pensiamo a quanti milioni di ragazzi sono su di una sedia a rotelle perchè non possono permettersi di spendere per avere queste protesi.
La vicenda Pistorius, tramite le Olimpiadi, farà conoscere al grande pubblico questo problema e chissà che questi strumenti diventino alla portata di tutti.
Questo è l'augurio che faccio a tutti i ragazzi handicappati, che possano avere una vita la migliore possibile.
In quanto a noi "sani", penso che bisogna partire da tutto questo,dalla sua vita, dal suo coraggio per arrivare a riflettere su di noi e soprattutto sul valore dell'esistenza più in generale, credo questo sia il senso di ogni suo capitolo.
E soprattutto è bello come i sogni di singole persone spostino avanti i sogni di tutta l'umanità...
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Messaggio  madda.dionisio87 Lun Nov 30, 2009 10:54 pm

Simona Asciollla ci ha dato ulteriori informazioni sulla vita di pistorius. Ho capito ancora una volta di quanto sia straordinario e di quanta forza è dotato. Tale forza è dipesa maggiormente dalla determinazione della mamma che non si è mai arresa nei confronti della difficoltà del figlio. Ha fatto della sua disabiltà un punto di forza.

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Messaggio  madda.dionisio86 Lun Nov 30, 2009 11:22 pm

[quote="La Manna Rossella Anna"]Navigando in internet, ho trovato un articolo che mi ha partricolarmente commossa per cui vorrei proporlo a tutti voi.

Ellie Challis, 5 anni, con le protesi di Pistorius
Ellie e le gambe di Pistorius
«Adesso finalmente posso correre»
Londra, la prima bimba bionica: deve cambiarle ogni 2 anni. Amputata a soli 16 mesi dopo una meningite

- Le hanno costruite apposta per lei, per una bambina inglese di cinque anni, e così Ellie è diventata la più giovane persona al mondo a «indossare» un paio di gambe tecnologiche, le stesse, in versione ridotta, che hanno permesso al paralimpionico sudafricano Oscar Pistorius di diventare campione mondiale dei 100, 200 e 400 metri. Una gravissima meningite l'aveva colpita, ironia della sorte, all'età di 16 mesi, proprio quando stava cominciando a muovere i suoi primi passi, provocandole danni irreparabili al sistema nervoso. «I dottori ci avevano chiamato per dirle addio — raccontano adesso i genitori che vivono con Ellie e la sorella a Little Clacton, nell'Essex, in Gran Bretagna —. Il suo cuore si era fermato, ma noi, ai piedi del letto, la supplicavamo di non lasciarci». A quel punto il suo cuore ha ripreso a battere, ma il suo corpo era ormai segnato dalla malattia, le sue gambe e le sue mani erano diventate blu e, quattro giorni dopo, i medici sono stati costretti all'amputazione. Un'operazione chirurgica durata sei ore, su un corpo così piccolo, che però è sopravvissuto. La meningite è una brutta cosa, soprattutto quando è provocata da batteri: se non si riconosce in tempo, può essere mortale, ma anche quando la diagnosi è rapida e la cura immediata può lasciare conseguenze drammatiche. Come è capitato a Ellie. «Era rimasto così poco di lei...» ha detto la mamma Lisa, trentacinque anni, che nella vita quotidiana assiste persone adulte con difficoltà di apprendimento. Ma Ellie, dopo essere sopravvissuta alla malattia, si è rivelata una bambina davvero «forte».

Per lei sono state costruite, subito dopo l'intervento, protesi convenzionali, messe a disposizione dal NHS, il sistema sanitario nazionale inglese, ma con quelle non riusciva a «competere» con sua sorella gemella Sophie, a giocare con lei, a condividere le esperienze. E poi le facevano male. «Le prime che ha usato — dice la mamma — erano troppo rigide e poteva portarle soltanto venti minuti al giorno».

Nel dicembre 2006, i suoi genitori erano riusciti a trovare per lei protesi più moderne, con il ginocchio «snodabile» che le permettevano una migliore possibilità di movimento. Ma Ellie si sentiva ancora troppo limitata e sua sorella Sophie l'ha stimolata a chiedere qualcosa di meglio. I genitori hanno pensato allora di mettersi in contatto con il Dorset Orthopaedic, un noto centro per protesi delle gambe e hanno ottenuto, dal direttore generale Bob Watts, che l'azienda le mettesse a disposizione la versione «junior» del piede flessibile, ormai noto a tutti grazie a Oscar Pistorius e alle polemiche dell'anno scorso circa la sua possibilità di gareggiare, con atleti «normali», alle ultimi Olimpiadi di Pechino. Al principio la bambina ha avuto parecchie difficoltà: non riusciva a bilanciarsi bene su quella specie di lame, bruttissime a vedersi ma capaci di restituire, a ogni appoggio (quando sono usate dagli atleti) il 90 per cento dell'energia trasmessa al suolo, anziché il 60 per cento del piede umano. Poi, a poco a poco, Ellie ha imparato a barcamenarsi con quelle sue nuove compagne e nel giro di pochi mesi ha fatto progressi enormi. Ora si muove con agilità. «Dovrà cambiarle ogni due anni — dice Watts — e ogni protesi costerà 10.000 sterline al paio». Però Ellie, con le sue nuove gambe, può camminare due volte più veloce di prima.[/quo

è entusiasmante sapere che oltre Pistorius ci sono persone disposte a vivere migliorando la propria condizione. Questa bambina riuscirà a vivere la propria vita in maniera serena e spensierata. Spero che tutti cominceranno a guardare tali strumenti con occhi diversi.
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lez. 8 - Segue Pistorius _ Libro Dreamrunner - Simona Asciolla - Pagina 3 Empty BOSSAROSA

Messaggio  bossarosa Lun Nov 30, 2009 11:30 pm

Dalla riflessioni scaturite in classe sono arrivata alla conclusione ,che è fondamentale se non primario, per un disabile avere una famiglia che lo possa aiutare ad affrontare i vari problemi che la società odierna gli presenta. I familiari soprattutto i genitori riescono a far affrontare la disabilità con maggiore ottimismo, considerandola non una diversità ma bensì una potenzialità. Quotidianamente il soggetto disabile si trova in situazioni di disagio che non gli permettono di vivere una vita "normale", qui viene messo in gioco l' abilità di chi gli stà intorno che deve riuscire ad essere un interlocutore tra lui e il mondo esterno.

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lez. 8 - Segue Pistorius _ Libro Dreamrunner - Simona Asciolla - Pagina 3 Empty SEGUE PISTORIUS- LIBRO DREAMRUNNER- SIMONA ASCIOLLA

Messaggio  Anna Ferrante Lun Nov 30, 2009 11:39 pm

L'approfondimento su Oscar Pistorius è stato davvero molto interessante...
Il libro, infatti, insegna che nella vita niente è impossibile, l'importante è non fermarsi mai perchè l' ostacolo è sempre dietro l'angolo. Fondamentale però è il sostegno della famiglia, che nel caso di Pistorius, gli ha insegnato il coraggio, l' orgoglio e l'ironia, mettendo lo stesso Pistorius nella condizione di riuscire sempre a superare le mille difficoltà, i momenti bui, e in assoluto a non essere considerato un atleta disabile, ma semplicemente un atleta.
Dimenticavo di riportare la frase che Oscar porta addosso quando corre: "UN VINCENTE E' UN SOGNATORE CHE NON SI ARRENDE MAI".

Anna Ferrante

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