Lezione 7/BIS - 27 novembre - Video silenzio e CNV

Credo che esistano molti silenzi...Io distinguerei un silenzio riflessivo,ma soprattutto meditativo,mistico,a cui si accede attraverso una pratica e che sembra giovare molto a chi lo accetta;un s.che puo'essere angoscia perchè si è disorientati e i pensieri si aggregano e disaggregano;o assenza di parole,perchè il dolore è cosi'forte che non ce ne sono per descriverlo;c'é poi il s.che è difficolta'o mancanza di comunicazione...questi ultimi in realtà parlano,addirittura fanno rumore e in determinati contesti (penso a quello analitico,ma anche a quello educativo)vanno,anche silenziosamente,accolti...Pensando al disagio,alla patologia,non me la sento di farne un panegirico...Non so molto dell'autismo,ma mi pare che anche li',assieme a modalità comunicative primitive,ci possano essere addirittura grida,frasi ripetute in modo meccanico...Più che al silenzio,credo invece al TENTATIVO di SCEGLIERE le PAROLE GIUSTE DA SAPER DIRE...Mi sarebbe piaciuto molto parlare della Dolto(autrice,tra l'altro de "Le parole dei bambini e l'adulto sordo"),e dell'esperienza,anche italiana,delle "case verdi",centri di ascolto e prevenzione dei disagi dei bambini (e degli adulti che li accompagnano) basati appunto su una educazione al dialogo,sul dare spazio alla parola,sempre necessaria al bambino, a cui si deve parlare e che deve a sua volta essere aiutato a parlare,a verbalizzare anche le sue emozioni,e che non deve essere mai lasciato solo con i suoi interrogativi...