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lezione 7 - lab. 27 novembre - SIMULAZIONE

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lezione 7 - lab. 27 novembre - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty Re: lezione 7 - lab. 27 novembre - SIMULAZIONE

Messaggio  linda granito Sab Nov 28, 2009 12:00 pm

[quote="Mara Carputo"]Oggi durante la simulazionemi sono sentita inizialmente oppressa,mi mancava il respiro,per iprimi momenti,mentre tutti mettevano la benda sugli occhi io l'ho tolta perchè ero agitata;poi quando la prof.ha dato il via alla simulzione l'ho stretta bene ma ho sbirciato ancora per un attimo perchè avevo la sensazione di non vedere più...dopo un pò mi è passata l'ansia,io e la mia collega ci siame prese per un pò la mano per dire"ecco,sono qui".Finalmente mentre si leggeva la terza poesia mi sono rilassata un pò,sapevo dov ero,sapevo che avrei rivisto e sapevo chi c'era accanto a me!!
La poesia che mi ha maggiormente interessata è stata quella di Rebecca che anche se dice che non può far niente è in grado di sognare,di fantasticare(questa è una grande capacità che nessuno ci può impedire).
Ma quella che mi ha più colpita è"Chiamami per nome";si evince un bisogno di non voler essere etichettati.
Dalla discussione in aula è emersa una domanda che mi ha fatto riflettere: come fa a immaginare le cose che ci circondano chi non le ha mai viste??
Io penso che importante sia l'aiuto di chi è accanto ad una persona non vedente,le sue descrizioni,pur restando con un incognita perchè non potremo mai sapere cosa veramente riesce ad immaginare.Ad esempio,come è accaduto oggi in aula, mentre eravamo bendate pensavo che la docente stesse leggendo le poesie da fogli che aveva in mano ma quando ho tolto la benda e ho visto che erano proiettate sulla parete mi sono resa conto di aver immaginato una falsa realtà(come è emerso anche durante la discussione).
è stata veramente una lezione interessante sunny Penso che mi resterà molto al termine di questo corso...

ciao mara, l'esperienza che abbiamo condiviso ieri è stata particolare in quanto ci ha fatto vivere anche se per pochi minuti una situazione di buio e di precarietà, ma la cosa che nonostante tutto mi dava sicurezza era il fatto di sapere che oltre al buio intorno a me c'erano persone che come te mi davano la sicurezza che mancava per questo ribadisco che la poesia che mi ha colpito di più è stata quella di gennaro morra infatti ognuno di noi ha bisogno nel suo continuo ondeggiare di una mano che lo sostenga .

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Messaggio  linda granito Sab Nov 28, 2009 12:06 pm

Messico Patrizia ha scritto:
Buonasera a tutte!
In aula abbiamo messo delle bende sugli occhi per simulare la cecità, e, istintivamente, io e le mie amiche abbiamo creato una catena dandoci le mani, come se cercassimo una sicurezza.
Ho provato, in questa situazione, un momento di forte ansia, soprattutto nel pensare alle tante persone che, a causa di traumi o incidenti, hanno perso definitivamente la vista e, quindi, vivono per sempre in quello stato di ansia...penso sia diverso nascere con una diversità (in questo caso la cecità) da quello di affrontare questo problema da grande avendo, in un certo senso, già assaporato le bellezze della vita e del creato!
Molte domande ci sono venute in mente, ma difficile ci è sembrato dare delle risposte adeguate...una tra le tante, ripetuta più volte era: "come possono immaginare i non vedenti ciò che non hanno mai visto nella realtà?"...un'altra, da future docenti, è stata: "come si può spiegare a dei bambini affetti da cecità come sono fatti gli oggetti o altro?"
Durante la simulazione la prof Briganti ci ha letto delle poesie scritte da persone affette da disabilità: è stato attraverso quelle parole molto significative che si è potuto toccare con mano la sofferenza di queste persone.
Durante la simulazione ho provato una forte sensazione di solitudine pur avvertendo la presenza delle mie amiche/colleghe ed ascoltando i loro interventi.
Quindi mi sono chiesta come debbano sentirsi coloro che quelle "bende" non potranno mai toglierle?


Ciao a tutti Patty flower

ciao patty è vero pensando a tutti coloro che quelle bende non potranno mai toglierle mi rendo conto che è fondamentale avere accanto persone pronte a sorreggerti come dice appunto gennaro morra per evitare che oltre il disagio creato dalla diversità si aggiunga la problematica di sentirsi persi perchè non capiti nel desiderio di avere non solo ausili tecnologici ma anche umani, penso che faremo tesoro di questa esperienza perchè per pochi minuti siamo stati diversi e non ne abbiamo solo parlato dovremo essere capaci di offrire le nostre mani per sostenere l'ondeggiare di chi da solo non ce la fa

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Messaggio  Emanuela Menichini Sab Nov 28, 2009 1:30 pm

salve a tutti, io sono antrata quando già erano tutti bendati, ho preso subito posto, e mi sono bendata. La prof. ha inziato a leggere non credevo fosse alla cattedra, non so perchè ma l'avevo immaginata in piedi.. Non ho provato un senso di oppressione, perchè sapevo che era una simulazione, limatata nel tempo e che quindi dopo poco tutto sarebbe ritornatato come prima... Sono rimasta colpita dal silenzio che c'era nell'aula, quasi surreale, abituati al continuo frastuono quotidiano.. e ogni minimo rumore lo sentivo amplificato!! Mi sono sentita libera quando abbiamo iniziato a pralare subito dopo la letture della poesie.. nessuno ti guardava, l'apparenza non contava più, contavano solo le tue parole, i tuoi pensieri.. è stata una sensazione stupenda!!! La poesia che più mi ha coplia è stata " chiamatemi per nome", esprimeva il desiderio di questa ragazza di non essere chiamata per com'è ma solo con il suo nome.. un nome che hanno tutti..
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Messaggio  MARIANNA DI CAPRIO Sab Nov 28, 2009 1:34 pm

Quella di ieri è stata un'esperianza molto strana...avere la benda davanti agli occhi e nn riuscire a vedere cosa accadeva intorno a me...mi ha reso nervosa...avevo pausa...mi sentivo paralizzata...!!Ma ciò ke mi ha colpito di più è stata la mia profonda attenzione nell'ascoltare le poesie lette dalla prof.!Credo di nn aver mai ascoltato così bene qualcosa....!Ma nello stesso tempo...anke se la prof ci chiedeva di intervenire,dopo la lettura delle poesie,io nn sono riuscita al alzare la mano e dire la mia....perchè avevo paura...ma nn so perchè!!!Per la prima volta nella mia vita mi sono sentita persa in tutti i sensi...mi sono calata nei panni di un nn vedente...!Non potrei però mai immaginare le reali sensazioni di un cieco...che per forza maggiore deve immaginare la realtà!!!Si deve sforzare a creare la scena degli episodi che accadono intorno a lui...!Molte delle informazioni derivanti dal mondo esterno raggiungono il nostro cervello attraverso il canale visivo, che riveste quindi un ruolo fondamentale nello sviluppo cognitivo.
Sia per cogliere l’informazione, che per agire attivamente, si manifestano generalmente notevoli svantaggi nei primi anni di vita nel bambino non vedente, rispetto al normovedente, poiché egli, privo della privilegiata risorsa della vista, è costretto a capire il mondo esterno e ad interagire con esso attraverso canali alternativi.
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Messaggio  Antonietta.Gioviale Sab Nov 28, 2009 1:45 pm

Ciao a tutti!!La lezione di ieri è stata incredibilmente sigificativa!Stare con dei fulard sugli occhi per quasi 20 minuti..è stato inizialmente molto brutto..poi mentre la prof leggeva quelle poesie sentivo dei brividi dentro...indescrivibili!Confesso con tutta sincerità che appena la Professoressa Briganti ci ha invitato a smettere la simulazione mi sono sentita di nuovo respirare.Vivere senza la vista è una cosa bruttissima penso una delle peggio rispetto al vivere senza un braccio..una gamba..
Dalla discussione in aula è emersa una domanda che mi ha fatto riflettere: come far immaginare le cose che ci circondano chi non le ha mai viste??In primis penso che sia importante l'aiuto e l'appoggio delle persone care, poi per la descrizione delle cose io penso che sia importante utilizzare anche gli altri sensi,per esempio con il tatto quindi il toccare le cose..e quindi immaginarle..anche se in una maniera alquanto minima.
E' stata veramente una lezione interessante Penso che mi resterà molto al termine di questo corso...
La poesia che mi ha colpito di più è stata questa:
NON

Non scrivo
Non parlo
Non cammino
Non canto
Non chatto
Ma sogno
E vivo

Non scrivo
Non parlo
Non cammino
Non canto
Non chatto
Ma amo
Sogno e sono viva

Non scrivo
Non parlo
Non cammino
Non canto
Non chatto
Non amo
Non sogno
Sono viva
E SOLA
[i] Rebecca[/
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Messaggio  MEROLLA FABIANA Sab Nov 28, 2009 2:45 pm

La simulazione che abbiamo svolto in classe è stata particolarmente significativa,perchè per la prima volta mi sono resa conto di quanto sia importante il dono della vista e come sia difficile per una persona non vedente,rapportarsi al mondo circostante.Spesso nella mia famiglia ho sentito parlare di questo argomento,perchè ho due zie che nell'adolescenza a causa di una malattia hanno gradualmente perso la vista,ma vivere questa simulazione è stato un qualcosa di diverso,perchè con i loro racconti puoi cercare di capire cosa si prova,ma è solo quando in prima persona provi questo disagio,che capisci realmente il grande dono che abbiamo.un saluto a tutti,alla prossima!!!!! Razz
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Messaggio  gilda cecoro Sab Nov 28, 2009 2:46 pm

La lezione di oggi ha avuto delle sfaccettature interessanti. In primis bella la simulazione fatta in aula, devo essere sincera, non è stato facile porsi in situazione di una non vedente, infatti, vi è stato un momento in cui mi sono sentita soffocare, (come è emerso anche dalle colleghe che sono intervenute in aula). Secondo punto belle le poesie lette. Gli autori hanno dimostrato come la diversità non sia un ostacolo, anzi hanno trovato un modo per evadere dalla loro prigionia corporea e volare con la fantasia, sì quella che non ha limiti e non tarpa le ali, quella che permette a tutti di sognare senza limiti con equità …
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Messaggio  elisabetta cecoro Sab Nov 28, 2009 2:47 pm

Bella, emozionante e piena di sorprese è stata la lezione di oggi. Mi ha fatto riflettere molto, e devo ammettere che c’è stato un momento in cui mi sono sentita stringere alla gola. Ho pensato a come avendo un senso in meno come la vista, abbiamo tutte sfruttato a 360 gradi gli altri sensi a disposizione. Vi è stato, infatti, un ascolto più concreto, e l’evadere con l’immaginazione e con il pensiero nel corso della lettura delle poesie è stata una sensazione indescrivibile. Non bisogna etichettare queste persone a causa della loro diversità, chiamarle con il loro nome e trovare la giusta chiave d’accesso per avvicinarci alla loro ricchezza interiore.
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Messaggio  Loreto Veronica Valeria Sab Nov 28, 2009 2:57 pm

Nella simulazione di oggi, che consisteva nell'essere bendati mi sono sentita morire, mi si è stretto il cuore. Non riuscivo a collegare la voce al volto e quando ci siamo tolte la benda ho sentito un senso di libertà. Non so come possano fare i non vedenti a non vedere, forse si sono abituati......Una ragazza ha posto una domanda: come fanno i ciechi ad immaginare i colori? penso che se loro nascono ciechi non possono immaginare niente riguardante la vista, non hanno come concetto primitivo il concetto di colore. Quindi non possono immaginare la vita a colori, ma possono immaginare ciò che apprendono dai sensi attraverso i sensi. Penso che i colori li appropriano al tatto,cioè il freddo al bianco,il caldo al rosso......per loro non vedere è la normalità. Credo che i ciechi sappiano cogliere nella mente le varie sfumature della vita, al contrario di chi vede, che spesso nemmeno "osserva".
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Messaggio  ida d'alterio Sab Nov 28, 2009 3:19 pm

Per quanto riguarda la simulazione fatta in classe sono stata sommersa da tante sensazioni ed emozioni.Inizialmente quando abbiamo messo il foular mi sono sentita oppressa mi mancava quasi l'aria,mi sentivo come isolata in mezzo al mondo,in mezzo a quel buio infinito.Dopo un po pero mi sentivo più rilassata avvertivo un senso di quiete e ascoltavo il silenzio intorno a me,infatti nell'ascolto delle poesie le emozioni si sono accentuate ed era come se quelle stesse emozioni provate da colui e colei che avevano scritto quelle poesie le avvertisi anche io.Passati altri minuti nn riuscivo più a sopportare la benda e l'unica mia salvezza era data dal fatto che l avrei tolta a breve.Se penso a coloro che hanno scritto quelle poesie e a tutte le persone che purtroppo vivono di questi problemi non riesco a non pensare alla loro sofferenza ;poi mi chiedo:come si puo spiegare ad un non vedente la bellezza di un paesaggio se non l'ha mai visto,come posso spiegargli le sfumature di un colore,come si fa a mostrargli il mondo se nn l'ho conosce nemmeno nei suoi sogni???????????da uqesto ripenso alla mia vita e della fortuna che ho e poi penso anche a loro e alla felicita che certe volte esprimono anche nelle piccole cose o solo in un abbraccio.Non ci sono commenti e riflessioni che possano spegare tutto cio,non basterebbe un intero libro,l'unica cosa che posso dire e che penso nel profondo del cuore è di non limitarci a provare compassione ma ascoltare e nn solo sentire quello che vogliono dire e trasmettere,renderli persone piene di rispetto e come noi e non considerarle diiverse anche se credo che sia tutto un utopia,ma è dovere per ognuno di noi provarci.

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Messaggio  ILARIA IZZO Sab Nov 28, 2009 3:40 pm

La prova di venerdì per me è stata molto significativa.. Mi ha fatto capire quanto sono fortunata.
Appena la prof.ci ha chiesto di mettere il foulard e ha cominciato a leggere le poesie ho provato inizialmente una senazione di pace e di tranquillità,ascoltare le poesie è stato molto rilassante,in particolare mi ha colpita quella di Rebecca. Una sensazione di disagio mi è venuta quando la professoressa ci chiedeva delle considerazioni. Non poter guardare le mie compagne mentre parlavano mi ha fatto agitare molto,mi sentivo inadeguata,avevo paura di muovermi. Per questo mi ritengo molto fortunata,anche se fino a ieri "vedere" mi sembrava una cosa scontata,oggi capisco quanto sia importante. Anche se,comeribadito in aula,io penso che sia ancora più traumatico per quelle persone che hanno una cecità acquisita,perchè sapere cosa vuol dire la luce,e poi perderla improvvisamente deve essere bruttissimo!!!!

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Messaggio  Ilaria Mazzola Sab Nov 28, 2009 3:52 pm

La simulazione di ieri ha suscitato differenti stati d'animo ed emozioni in ognuna di noi! Vi racconto le mie sensazioni.Nel momento in cui la professoressa ci ha dato il via e ho messo la benda, "vedendo" il buio, ho avvertito un iniziale stato di disorientamento soprattutto a causa del brusio che ancora c'era in aula. Istintivamente, la prima cosa che ho fatto è stato cercare la presenza delle mie amiche che mi erano accanto per " tranquillizzarmi". Quando la professoressa ha iniziato a leggere le poesie, devo dire che il "non avere" il senso della vista mi ha permesso di concentrarmi sul significato delle parole e di "viverle"; attenzione che non avrei prestato se non avessi avuto gli occhi chiusi! Tra le toccanti poesie, quella che mi ha colpito è stata quella di Rebecca:
NON

Non scrivo
Non parlo
Non cammino
Non canto
Non chatto
Ma sogno
E vivo

Non scrivo
Non parlo
Non cammino
Non canto
Non chatto
Ma amo
Sogno e sono viva

Non scrivo
Non parlo
Non cammino
Non canto
Non chatto
Non amo
Non sogno
Sono viva
E SOLA

Al termine della lettura la professoressa ci ha dato la parola (tenendo sempre le bende sugli occhi) e il mio stato di "disorientamento" si è mutato in panico! Ascoltavo le voci delle mie colleghe ma, il fatto di non poter collegare la voce al volto mi ha spaventata. Mi sono immedesimata in una persona non vedente che affronta la vita di tutti i giorni e mi sono chiesta: come fa una persona che ha SEMPRE "le bende sugli occhi" e non può toglierle, cosa che invece possiamo fare noi?
Riflettendo sulla poesia di Rebecca mi sono soffermata sul "io sogno" e a quel punto sono sorte in me varie domande:" Come fa a sognare un bambino affetto da cecità congenita?" e soprattutto " Come si fa a descrivere un paesaggio, un colore ad un bambino che purtroppo non li ha mai visti?"
Su quest'aspetto si sono confrontate diverse opinioni: mi ha colpito l'intervento di una ragazza secondo la quale si poteva descrivere il colore Rosso ad un bambino cieco come qualcosa di caldo, avvolgente, e il Blu come qualcosa di freddo e distaccato.
La simulazione è stata per me un'esperienza molto costruttiva e importante!
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Messaggio  marianna di chiara Sab Nov 28, 2009 4:26 pm

La lezione del 27 novembre non l'ho seguita perchè non sono potuta andare all'università,però ho fatto la simulazione a casa e mi sono fatta leggere le poesie da mia mamma mentre io ero bendata.Devo dire che ho provato una strana sensazione, mi sentivo agitata, ansiosa...Inizialmente volevo togliere la benda perchè mi sentivo soffocare,mi mancava l'aria ma poi ho contato fino a dieci e mi sono tranquillizzata e mentre ascoltavo le poesie immaginavo tutto quello che veniva letto e alle persone colpite da cecità, perchè mentre quella per me era solo una simulazione , loro con il buio sono costrette a viverci per tutta la vita.

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Messaggio  ilaria grimaldi Sab Nov 28, 2009 4:31 pm

e' la prima volta che mi e' capitato di fare questo tipo di simulazione...e' qualcosa di inspiegabile con parole quello ke ho provato..posso dire che dopo dieci minuti ke ero bendata ho sentito in me una forte agitazione,mi muovevo in continuazione avevo il cuore i gola fino a quando non mi e' presa l'ansia .ma in quello stesso momento abbiamo tutti tolto le bende e ho provato un senso di liberazione.... credo che neanke la simulazione possa farci capire la realta' ke vivono queste persone poiche' tutti noi sapevamo ke quando avremmo tolte le bende avremmo nuovamente visto...

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Messaggio  Antonella Cicala Sab Nov 28, 2009 4:41 pm

"... BUIO ... SILENZIO ... E TRANQUILLITà " ... mi hanno tenuto compagnia durante tutta l'esperienza laboratoriale vissuta in aula.
Non ho avuto paura , nè ansia.. e contrariamente ad altre mie colleghe, sarei rimasta ancora per molto tempo con gli occhi bendati : chiusi alla realtà visibile, e rivolti all'interiorità!
Ho provato tante belle emozioni, son stata serena, a mio agio, e l'ascolto delle poesie a tratti ha suscitato in me commozione.
Sentivo parole toccanti che creavano frasi armoniose, significative e non riuscivo affatto a metter freno alla mia immaginazione, che incessantemente proiettava sullo schermo della mia mente una serie di immagini stupende ... alternavo il verde dei prati, con il blu del cielo ... vedevo il grigiore della tristezza di un sorriso spento, e la luce di una speranza viva ... Non smettevo di fantasticare ...e ogni parola portava con sè una visione...
terminata la lettura delle poesie e calato il silenzio son stata colpita da una particolare riflessione:

IN CHE MODO UN NON VEDENTE SIN DALLA NASCITA AVREBBE USATO LA SUA IMMAGINAZIONE ???

COME IMMAGINA CHE SIA LA REALTà CHE LO CIRCONDA ???

FORSE PIù BELLA ... PIù COLORATA O IN BIANCO E NERO ...???lezione 7 - lab. 27 novembre - SIMULAZIONE - Pagina 2 Flowers03
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Messaggio  gilda cecoro Sab Nov 28, 2009 5:01 pm

Dalla simulazione di ieri sono emerse interessanti domande, e una volta tornata a casa ho fatto questa ricerca … In risposta a chi ieri disse: ma come può una persona cieca dalla nascita immaginare una cosa, un animale o quant’altro senza averlo mai visto …
I sogni dei non vedenti sono identici ai nostri: soggetti a colori e in movimento, figure umane, paesaggi naturali. È quanto hanno scoperto i ricercatori del Laboratorio del sonno della Facoltà di Medicina dell'Università di Lisbona, provando l'esistenza, nei sogni dei ciechi, degli stessi contenuti visuali di quelli dei vendenti. «Finora si riteneva che i ciechi non avessero lo stesso immaginario visuale dei vedenti durante i sogni - spiega il biofisico Helder Bértolo, responsabile dello studio -. La letteratura scientifica in materia si limita ad analisi di tipo psicologico per spiegare alcune somiglianze. La ricerca fatta, invece, grazie alla misurazione quantitativa e qualitativa dell'attività onirica, ha dimostrato che nei sogni i ciechi congeniti hanno la possibilità di visualizzare immagini senza averle mai viste. E i contenuti visuali sognati sono gli stessi dei vedenti». Un campione di 20 persone, suddiviso a metà tra ciechi dalla nascita e vedenti normali, è stato sottoposto a elettroencefalogramma (Ecg) durante il sonno per due notti consecutive. I volontari dello studio sono stati svegliati quattro volte per notte, a intervalli di un'ora e mezzo. A ogni risveglio, hanno registrato il racconto dei sogni, «generalmente avvenuti nei cinque minuti di sonno precedenti», aggiunge il ricercatore portoghese. Dall'esame comparato dei tracciati dell'Ecg durante la fase di sonno Rem, quando l'attività onirica è più intensa, sono arrivati i risultati utili alla ricerca. «si è scoperto che durante questo periodo di sonno anche nei ciechi l'onda cerebrale "alpha" si attenua - spiega Bértolo-.
L'inibizione di questo segnale è un indicatore dell'attività della corteccia visuale occipitale, la parte del cervello dove arrivano le immagini. Il comportamento dell'onda "alpha" avviene con le stesse modalità quantitative e qualitative sia nei ciechi che nei vedenti: ciò significa che durante il sonno è in corso un'attività visuale anche nei ciechi. L'attività visuale è il sogno, con gli stessi contenuti dei vedenti, ossia immagini, colori e movimenti, come risulta dalle registrazioni a ogni risveglio». Oltre al test sui tracciati Ecg, la ricerca ha utilizzato l'analisi grafica dei disegni sui sogni realizzati dai volontari al risveglio. «Prendendo ad esempio la figura umana, su 51 linee d'identificazione grafica, nei disegni dei ciechi discordava solo quella relativa alle orecchie, che apparivano più grandi per l'abitudine dei non vedenti a riconoscere una persona toccando questa parte del corpo». Ma se i ciechi congeniti sognano persone, paesaggi, nuvole, colori senza averli mai visti, da dove arrivano queste immagini? «È ancora presto per poter dare una risposta scientifica - premette il ricercatore -. Al momento esistono due ipotesi principali: le immagini dei sogni dei ciechi possono generarsi dall'integrazione di elementi dell'esperienza di vita con l'attività della corteccia visuale. Oppure, l'essere umano dispone geneticamente di una banca dati di immagini, utilizzata per preservare la specie. Questa seconda ipotesi è confermata dalle ricerche sui sogni dei feti nel grembo materno». I risultati della ricerca dell'équipe portoghese sono stati pubblicati sulla più autorevole rivista scientifica del settore, l'inglese «Cognitive brain research» (www.elsevier.com/locate/cognbrainres), e sono stati premiati all'ultimo congresso annuale della Società europea di ricerca sul sonno.

la docente
Grazie a tutti voi per i vostri resoconti. In particolare la tua ricerca è molto interessante e meriterebbe un approfondimento.la docente
gilda cecoro
gilda cecoro

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lezione 7 - lab. 27 novembre - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty Re: lezione 7 - lab. 27 novembre - SIMULAZIONE

Messaggio  giuseppina.papa Sab Nov 28, 2009 5:05 pm

Ciao a tutti.
L'esperimento fatto in aula mi è piaciuto molto, le persone che possiedono la vista non sempre ne fanno un buon uso, in alcuni casi la vista ci impedisce di concentrarci sulle sensazioni che ci offrono gli altri canali sensoriali, motivo per cui molti sono convinti di non poter fare a meno della vista. Da ragazza c'è stato un periodo in cui dormivo poco, di notte andavo in giro per casa e per non disturbare quelli che dormivano non accandevo le luci, all'inizio non era facile rendermi conto di dove mi trovavo, ma dopo un po' mi muovevo con facilità, al punto che anche di giorno mi divertivo a camminare con gli occhi chiusi. Niente è indispensabile nella vita, tutto dipende dalle strategie che si mettono in atto per adattarsi alle situazioni. L'udito che spesso sottovalutiamo, ma che secondo me è più importante della vista, anch'esso spesso diventa un distrattore, abituati ai rumori, noto che alcune persone quando si trovano in un luogo in cui c'è silenzio si sentono a disagio, come se mancasse qualcosa.Quando ho fatto il corso di preparazione al parto e la dottoressa mi faceva fare le tecniche di rilassamento, stavo al buio, con gli occhi chiusi e in silenzio, sentivo il battito del cuore, ma non avevo corso, sentivo l'aria entrare nei polmoni, sentivo il sangue camminare nelle vene.A volte ci comportiamo come i bambini che hanno un loro giocattolo perferito e nel momento in cui si rompe, piangono perchè pensano di non poter più giocare, si sono dimenticati di avere tanti altri giocattoli che non hanno mai usato e che probabilmente sono più divertenti ed anche più istruttivi.Ho cercato di essere breve perchè mi scoccio a leggere gli interventi lunghi. Ciao.
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Messaggio  Antonella Cicala Sab Nov 28, 2009 5:27 pm

Non riesco a trattenermi dal raccontarvi un’esperienza che ho vissuto e sto ancora vivendo, stando accanto ad una persona “CIECA”:
“… si tratta di una ragazza, una ragazza speciale … che, nonostante la vita non gli abbia fatto il dono della vista, continua a vivere con serenità. Ha 22 anni, è originaria della Calabria ma abita a Napoli da 5 anni per poter proseguire i suoi studi … è molto simpatica, socievole, dolce … ed ha una incredibile forza di volontà …
Spesso mi chiede di accompagnarla quando deve spostarsi da sola in posti a lei poco noti … ed io lo faccio volentieri anche se inizialmente ho avuto qualche difficoltà nell’esserle d’aiuto … non essendo abituata a starle accanto … Beh ora posso dire che ...
.. Camminare con lei vuol dire essere “i suoi occhi”: devo tenerla per mano, non stare al suo fianco ma sempre un passo avanti (per farle strada), devo descriverle quello che accade intorno (se passa qualcuno, se c’è poca o tanta gente … ), descriverle il percorso che compiamo lentamente (la presenza di un ostacolo, di una BARRIERA, di gradini o un ascensore … ) …
… Sedere accanto a lei richiede tanta attenzione: devo avvisarla quando in una stanza entra qualcuno silenziosamente , io non posso allontanarmi senza darle alcun avviso, non posso parlare con una terza persona senza specificare che sto per farlo (altrimenti pensa che mi rivolgo a lei) , non è corretto usare parole come “VEDI.. ; HAI VISTO CHE BRUTTO TEMPO! ; GUARDA … ; .. in effetti lei non ha mai fatto esperienza di queste azioni …
E tante altre cose …
Ma quando lei è in un posto MOLTI STENTANO A SALUTARLA …
Quando è seduta ad un tavolo POCHE PERSONE LE SI AVVICINANO PER SCAMBIARE UNA CHIACCHIERA …
EPPURE E’ UNA PERSONA CHE AVREBBE BISOGNO ANCHE DI QUESTO …
(Care colleghe) NON VI MERAVIGLIATE SE VI DICO CHE :
QUESTA RAGAZZA HA UN NOME MOLTO FAMILIARE …. SI CHIAMA GIUDITTA ;
FRAQUENTA IL CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA …
I LUOGHI IN CUI LA ACCOMPAGNO (collaborazione con il SAAD) SONO LE AULE DELLA NOSTRA FACOLTA’ …
E LE PERSONE CHE LA CIRCONDANO, GUARDANDOLA DA LONTANO, SENZA RIVOLGERLE UNA PAROLA … SIAMO NOI !!!
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Messaggio  Antonella Cicala Sab Nov 28, 2009 5:31 pm

... mi hanno colpito le parole dette in aula :
" I CIECHI, DIVERSAMENTE DA NOI, NON HANNO LA LIBERTA' DI TOGLIERE LA BENDA QUANDO NON RESISTONO PIù AL BUIO !"

lezione 7 - lab. 27 novembre - SIMULAZIONE - Pagina 2 Benda
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Messaggio  Lucia D'Auria Sab Nov 28, 2009 5:44 pm

E' stata una esperienza molto significativa, ha coinvolto i nostri sensi. La prof. ci ha fatto bendare gli occhi con dei fulard, per sperimentare un pò la realtà di una persona videolesa. Riporto le mie sensazioni: all'improvviso è piombato su di me buio e silenzio, poi la prof ci ha letto delle poesie, mi sono concentrata su di una in particolare: VORREI VORREI ( di Sara)... vorrei essere un gabbiano e volare sul mondo....il gabbiano l'ho pensato secondo la mia rappresentazione mentale. Mi sono chiesta una persona non vedente come se lo rappresenta? dopo un pò il buio ha provocato in me un senso di solitudine e amarezza.

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Messaggio  leonarda savarese Sab Nov 28, 2009 5:49 pm

L'importanza di nascere con tutti gli organi di senso funzionanti la si scopre quando per qualche minuto hai la sensazione di perderli .Questo ieri è accaduto in aula;non possedere la vista per un tempo che mi è sembrato lunghissimo.Il laboratorio al buio mi ha permesso bendata di constatare ,provare, sentire ,avvertire...il disagio che vive la persona non vedente ma anche di riconoscere l'importanza e il valore degli altri sensi .

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Messaggio  Cillo Nadia Sab Nov 28, 2009 6:02 pm

AlessiaDiFraia ha scritto:Ieri ho vissuto una bellissima esperienza, mi sono calata per qualche minuto nei panni di una persona non-vedente ..Non è stato difficile simulare la condizione di cecità, è bastato chiudere le palpebre, coprirle con un foulard o con una sciarpa ed ecco che mi sono trovata immersa in un mondo di oscurità che mi impediva azioni che un attimo prima erano più che naturali. Inizialmente mi sono sentita spaesata, poi d’improvviso ho percepito tranquillità intorno a me e mi sono rilassata … dopo qualche secondo ho sentito la voce della professoressa pacata, dolce … stava leggendo delle poesie..ma una mi ha colpito più di tutte, tanto da farmi soffermare a riflettere, la poesia di Rebecca:

Non scrivo
Non parlo
Non cammino
Non canto
Non chatto
Ma amo
Sogno e sono viva


..“sogno” .. ho immaginato di sognare, ma poi d’improvviso il panico!!! Cosa può immaginare, sognare un cieco dalla nascita? Ma prima di tutto sogna come noi?? Queste domande mi hanno fatto riflettere, ma purtroppo non ho trovato risposta! Un semplice esperimento come questo permette di intuire quanto possa essere penalizzante tale disabilità.
lezione 7 - lab. 27 novembre - SIMULAZIONE - Pagina 2 B0654310


Ciao Alessia! ... volevo complimentarmi con te per la scelta della foto!!! ... Centra in pieno il tema di questa lezione! ... a volte anche una foto così dà lo spunto per una riflessione, dice più di un bel giro di sagge parole! ... l'importante è saperci vedere dentro........ vedi, nella vita, è fondamentale non fermarsi mai alle apparenze! ... Wink

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lezione 7 - lab. 27 novembre - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty PERCORSO AL BUIO

Messaggio  iole pastore Sab Nov 28, 2009 7:20 pm

l'esperimento in aula mi ha molto affascinata e penso abbia lasciato un segno in tutte noi in quanto, anche se solo per pochi minuti, ci ha fatto vivere sensazioni a noi sconosciute.
non ho condiviso affatto, però, i commenti delle mie colleghe che hanno affermato di aver provato sensazioni di tranquillità e serenità; credo però, che tali emozioni siano state legate al fatto che eravamo tutte sedute e quindi l'esperienza non riciedeva particolari abilità. ho fatto questa considerazione anche in aula anche se a causa della benda agli occhi, per l'emozione ed il didagio, non sono riuscita a spiegarmi al meglio.
il mio commento in aula riguardava un 'esperienza affascinante, un vero e proprio "percorso al buio" che ho avuto modo di sperimentare grazie all'istituto dei ciechi di Milano.
si tratta di un labirinto dove si compie un percorso in totale assenza di luce dove un piccolo gruppo di persone è accompagnato da una guida non vedente che permette di sperimentare un nuovo modo di "vedere".
in quella circostanza la prima sensazione che ho provato è stata di vero e proprio terrore: sembrava di muovermi nel vuoto! successivamente , grazie al supporto di Filippa, la guida non vedente che mi accompagnava, mi sono affidata agli altri sensi e sono riuscita a terminare il percorso con più tranquillità . consiglio questa esperienza a tutti perchè come dice lo slogan...il percorso al buio serve PER VEDERE DI PIù!

https://www.youtube.com/watch?v=C91gLm8WSsg

iole pastore

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lezione 7 - lab. 27 novembre - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty esperienza singolare

Messaggio  ilaria arena Sab Nov 28, 2009 7:30 pm

a dire il vero aspettavo con curiosità ed interesse la simulazione di oggi. Per quanto avessi provato ad immaginare cosa avrei potuto provare una volta bendata non sapevo bene cosa mi aspettasse.
Non appena ho indossato la benda ho notato un immediato bisogno di silenzio, il disorientamento era forte e quindi avevo necessità di stare in silenzio per potermi orientare nell'aula, sebbene fossi seduta. Ho notato subito che anche per parlare con la mia collega tendevo ad alzare la voce, come se avessi difficoltà a sentire la mia voce e soprattutto, non potendo guardare la mia collega forse avevo timore che non mi ascoltasse.
Una volta stabilito il silenzio la prof ha iniziato a leggere le poesie, come Angela ho incontrato difficoltà ad ascoltare le prime poesie, ero molto agitata e non sono riuscita subito a tranquillizzarmi, l'unico modo per placare un pò l'ansia era il pensiero che di lì a poco avrei tolto la benda. Durante la lettura delle poesie mi sono concentrata sull'immagine delle parole che ascoltavo,ogni frase, ogni parola mi richiamava alla mente una situazione, dei colori, dei volti. Questo mi ha fatto pensare al fatto che io la realtà che mi circonda, le cose descritte da quelle poesie, ho avuto la fortuna di vederle, e quindi poi mi sono chiesta cosa proverà una persona che fin dalla nascita è cieca?
Mi ha colpito molto la poesia "chiamatemi per nome", poichè nelle parole di questo testo emergono le sofferenze di una persona che subisce un atteggiamento che discrimina, che sottolinea le differenze,pur a volte non avendone intenzione. Sottolinea il pregiudizio che è presente nella maggior parte di noi che nel rivolgerci verso queste persone a volte con la sola volontà di volerle preservare, difendere, non facciamo altro che sottolineare ancora di più le differenze.
Dopo la lettura delle poesie ha avuto inizio il dibattito in aula, anche questo siamo state chiamate a farlo rimanendo bendate, la cosa che più mi ha stupito è stato il silenzio che, dopo aver accompagnato le poesie, si è protratto anche durante gli interventi. In questo modo ho potuto ascoltare bene le diverse sensazioni avvertite dalle mie compagne e, devo dire che tutte avevano, seppur fossero state molto diverse,delle prospettive interessanti, forse proprio perchè facevano luce su aspetti diversi.
Sono molto entusiasta dell'esperienza proposta dalla Prof. in quanto, attraverso un espediente insolito per un contesto universitario, credo abbia sensibilizzato la maggior parte di noi,arricchendoci di un momento che credo mi porterò dietro e mi servirà a vedere le cose da un altra prospettiva. almeno questo è quello che mi auguro.
Very Happy

ilaria arena

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lezione 7 - lab. 27 novembre - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty Simulazione

Messaggio  ilaria.sorrentino Sab Nov 28, 2009 7:33 pm

All'inizio, appena ho messo il foulard, ho avvertito un senso di disagio e oppressione, sentivo di non avere la situazione sotto controllo, di non poter fare dei movimenti, in un certo senso bloccata, e immaginavo come sia difficile per un non vedente.
Dopo un pò l'ansia è passata, forse derivante dal fatto che avrei tolto il foulard dopo un pò, e mi sono concentrata sulle poesia. Devo ammettere che non mi è mai capitato di ascoltare poesie con la stessa intensità di ieri e cosi concentrata, le recepivo diversamente.
é stato impressionante il silenzio che si è creato in aula. Mai sentito!!!
C'è, poi, una poesia che mi ha toccato di più delle altre ed è stata la prima,"L'ANGELO DEL SIGNORE" di Riccardo Fafnir, molto bella e toccante. In particolare questo pezzo:

"Per il mondo sono solo un “diversamente abile”
persona debole, un fardello inutile…
Per voi invece sono un fiore delicato
nato segnato da un destino sciagurato.

Vi sentite come in colpa per la mia diversità
e non cogliete l’insegnamento che la mia vita dà.
Quando mi abbracciate forte sento il vostro amore infinito
e io sorrido, poiché chi sono non l’avete ancora intuito."
Penso queste parole racchiudono tutto la sofferenza e il dolore nei confronti dei suoi genitori

ilaria.sorrentino

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