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lezione 7 - lab. 27 novembre - SIMULAZIONE

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Messaggio  simona falco Sab Nov 28, 2009 8:06 pm

Simona Falco 880000568
Salve a tutti...
In classe mi è mancata la voce, avrei voluto dire cosa provavo ma non ci sono riuscita, Crying or Very sad mi sentivo soffocare!
A differenza di ciò che ho ascoltato in classe, per me non è stata una bella esperienza, anzi mi sono sentita mancava l'aria Sad , avendo portato la sciarpa da casa, ed essendo stata incuriosita, sono stata la prima a mettere la benda! ODDIO che strana sensazione non vedevo nulla, intorno a me tanto rumore, ho provato agitazione ed insofferenza, l'essere impedita e non poter vedere e intorno a me tanti rumori mi sentivo mancare l'aria.. per cercare di tranquillizzarmi un pò ho avuto bisogno di usare il contatto, ho preso la mano della mia compagna Laura ho iniziato a resprirare in modo profondo a controllarmi e solo così mi sono calmata...
Finalmente c'è stato il SILENZIO, li per un attimo mi è passata l'agitazione, tutti in silenzio, e la prof. ci ha letto 6 bellissime poesie, che brutte sensazioni ho iniziato a piangere a singhiozzo, mi sono sentita in colpa ed ho avuto una vergogna pazzesca pensando a tutte le volte in cui la ragazza non vedente Giuditta era in aula e noi TUTTE parlavamo!!! Quanto fastidio abbiamo recato a quella ragazza? cosa prova lei tutti i giorni? Sad mentre la prof. leggeva io pensavo: e se domani dovesse succedere a me??? cosa farei??? come farei a non vedere più il sole, come farei a non vedere il viso dei miei cari Crying or Very sad? Quanta angoscia ho provato..
Finamente ho potuto levare la benda... che sensazione di liberazione rivedo la luce!!!! Mi sono accorta che con la benda avevo una percezione diversa, immaginavo la prof girare per l'aula e con dei fogli in mano leggere le poesie, invece ho scoperto che la prof era semplicemente seduta dietro la sua scrivania e leggeva le sei poesie attraverso il pc Shocked !!! ho subito pensato: e se io che posso immaginare, perchè vedente le persone non vedenti dalla nascita come immaginano la realtà che li circonda??? cosa provano?...Che strana sensazione mi sentivo in colpa e non sapevo neanche io il perchè! avrei voluto solo piangere che tristezza nel cuore avevo Crying or Very sad ! Mi è sembrato così assurdo ascoltare colleghe in aula che dicevano di provare belle emozioni e provare libertà??? Sinceramente a mio parere non era una lezione di rilassamento, per la quale si poteva provare piacere nel sentire silenzio!!! io mi son messa nei panni "dell'altro" ed è stato proprio questo che mi ha fatto sentir così male... pensare e se io fossi una non vedente??? come vivrei questa cosa Question . Vorrei capire il senso di piacere che hanno provato dov'era piacere a non vedere??? eh certo era una simulazione durata 10 minuti nella vita di tutti i giorni noi ci vediamo siamo autonomi!!! Se fossimo cechi per davvero e con tutte queste barriere architettoniche, il non vedere la luce ci renderebbe davvero liberi??????????????
Volevo ringraziare la prof. perchè con questo corso mi sta aprendo un mondo avanti che non avevo mai guardato con i giusti occhi!!!! Like a Star @ heaven GRAZIE DI CUORE

simona falco

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Messaggio  giuseppinascafuro Sab Nov 28, 2009 8:20 pm

buonasera...
ieri durante la simulazione ho provato una sensazione stranissima e ascoltare le poesie stando bendata ma ha enormente emozionato.
la cecità è una delle menomazioni più difficili, chi vede, infatti riesce ad abbinare l'immagine alla cosa appresa.
ancor più complessa è la differenza tra chi nasce cieco e chi lo diventa. Infatti è prprio nel primo caso che il soggetto ignorando forme e colori, deve far fede agli
altri sensi per orientarsi nell'ambiente.
a mio avviso è fondamentale l'aiuto di chi può stare vicino a queste persone.
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Messaggio  bencivengamarialisa Sab Nov 28, 2009 9:35 pm

Interessante, formativo il laboratorio al buio.........scoprire un senso quando ti viene tolto per qualche minuto........
Il silenzio in aula ha permesso al mio udito di ascoltare e comprendere in serenità le poesie lette dalla prof, interiorizzandole e sentendomi per qualche minuto nei panni degli autori.
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Messaggio  maria turco Sab Nov 28, 2009 10:09 pm

Essere ciechi per un breve momento e' stata un'esperienza diversa dalle solite.Appena ho messo il foulard e tutto e' diventato buio ho provato una sensazione di panico,poi mi sono detta di stare calma e ho iniziato a riflettere:
ho cercato di capire cosa provano i non vedenti e di non dare per scontato la vista e imparare ad usare il tatto,infatti siccome eravamo sedute uno vicino all'altra cercavo di continuo la mano della mia amica.
Ad un certo punto la mia attenzione e' stata catturata dalla voce della prof. che leggeva delle poesie scritte da persone disabili.Dopo con alzata di mano e con assenso da parte della prof.con una battuta sulle spalle, alcune mie colleghe hanno espresso le proprie considerazioni.E'stato tutto molto interessante e coinvolgente.
Penso che questa lezione ci e' servita per poter conoscere,percepire,capire un mondo a noi sconosciuto e per poter apprezzare cio' che abbiamo.

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Messaggio  antonia colella Dom Nov 29, 2009 2:09 am

cosa dire...non esite una parola o aggettivo giusto per definire cosa ho provato ascoltando le poesie e standobendata per 20 min.... solo mettendo in atto questa cosa cosa si può cercare di capire(ma non capire!)ciò che provano con la loro pelle le persone affette da cecità.
molto probabilmente scrivo questo perchè, parlandone con una mia cugina che lavora in una libreria,la stessa mi ha suggerito di leggere un libro molto molto appassionante,agghiacciante,riflessivo:Cecità-di Josè Saramago;l'ho iniziato a leggere da ieri e...già ho passato la metà del libro..ve lo consiglio....intanto vi scrivo la trama....un bacio a tutte:
flower
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Messaggio  antonia colella Dom Nov 29, 2009 2:11 am

ohi raga..scusatemi ma non ha riportato la trama del libro....ve la riscrivo.....smack!!!

In una città qualunque, di un Paese qualunque, un automobilista è fermo al semaforo, in attesa del verde, quando si accorge di perdere la vista. All'inizio pensa si tratti di un disturbo passeggero, ma non è così. Gli viene diagnosticata una malattia sconosciuta: un "mal bianco" che avvolge le vittime in un candore luminoso, simile a un mare di latte. Non si tratta di un caso isolato: è l'inizio di un'epidemia che colpisce progressivamente tutta la città e l'intero Paese. I ciechi vengono rinchiusi in un ex manicomio e costretti a vivere nel più totale abbrutimento da chi non è stato ancora contagiato. Tra la violenza e la lotta per la sopravvivenza si inserirà la figura di una donna che, con un gesto d'amore, ridarà speranza all'umanità.
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Messaggio  Corvino Teresa Dom Nov 29, 2009 10:02 am

La lezione di venerdì è stata molto importante! La professoressa ci ha fatto bendare gli occhi con dei foulard per farci capire cosa si prova a vivere da non vedente. Quando mi sono bendata gli occhi ho provato, inizialmente, una sensazione di pace, di tranquillità; poi ad un certo punto sentivo il vuoto intorno a me, mi sono fatta prendere dall'ansia. Sentivo il bisogno di cercare e di toccare la mia collega accanto per avere la certezza di non essere sola, per sentirmi sicura. Ho provato delle sensazioni strane, mi sono chiesta come fanno i non vedenti a vivere così, "al buio", e mi sono resa conto di quanto io sia fortunata! La vista è uno dei doni più belli che si possa avere!!!

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Messaggio  VALENTINA GIRONDA Dom Nov 29, 2009 10:41 am

Purtroppo oggi non ho potuto partecipare alla simulazione perchè sono stata assente per la prima volta, ma ho già vissuto un'esperienza simile grazie al Master in Pedagogia clinica a cui ho partecipato circa 1 anno fà...Le sensazioni che ho provato sono state di tristezza e dispiacere, perchè ho capito per la prima volta come si sentiva una persona non vedente, ma la cosa che più mi ha colpita è stata l'assenza di colori, che a mio parere è assenza di vita!La vista è proprio un grande dono, come tutto il resto!e certe esperienze simili ti fanno apprezzare veramente tutto ciò di cui la natura ci ha dotati... Laughing

Inoltre, tra le poesie lette quella che mi ha colpito maggiormente è stata "chiamatemi per nome", perchè secondo me è importante guardare e valorizzare sempre la persona e non attribuirgli delle etichette solo perchè ciò che compare a prima vista è la sua menomazione! No
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Messaggio  la cerra angelica Dom Nov 29, 2009 11:19 am

La prof ci aveva chiesto di portare una sciarpa per una simulazione.Cosi venerdi siamo arrivate tutte incuriosite per vedere di cosa si trattesse.La prof ci ha chiuso le tende e spento le luci,mentre noi mettevamo la sciarpa sugli occhi,per diventare per 10 minuti persone non vedenti.Quando tutti eravamo pronti la prof ha iniziato a leggere una serie di poesie.molto toccanti ed emozionanti.All'inizio devo essere sincera lo avevo preso come un gioco ma con il passare dei minuti,anche per il gran silenzio che si era creato in aula,mi è venuto come un attacco di ansia e di paura e non vedevo l'ora di togliermi la sciarpa.Non sono nemmeno riuscita ad ascoltare tutte le poesie,perchè non facevo altro che cercare le mie amiche vicino,per cercare di calmare quel senso di vuoto che mi si era creato.Il mio pensiero fisso era rivolto a quelle persone che non hanno la benda per 10 minuti.come noi per fare un'esperienza,ma l'hanno per tutta la vita,e sono persone che hanno una gran voglia di vivere,e lo dimostrano con i gesti e con le parole.

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Messaggio  angela grammaldo Dom Nov 29, 2009 11:30 am

[quote="Antonella Cicala"]... mi hanno colpito le parole dette in aula :
" I CIECHI, DIVERSAMENTE DA NOI, NON HANNO LA LIBERTA' DI TOGLIERE LA BENDA QUANDO NON RESISTONO PIù AL BUIO !"

L'ho detto anch'io perchè avevo solo e subito voglia di togliere la benda...
Ho aggiunto, a fatica, di aver pensato che i ciechi sono sfortunati...
qualcuno ha detto che si potrebbe descrivere loro ciò che non possono vedere...es. parlargli del rosso paragonandolo ad una sensazione di calore, o al fuoco... ma sono entrambe cose che i VEDENTI hanno avuto modo di VEDERE (infatti sono rosse anch'esse...).
Un mio amico non vedente, a cui registravo su cassetta i libri universitari, mi diceva di capire dal mio tono di voce il mio stato d'animo...ma ricordo perfettamente il giorno in cui mi disse di avere appreso dalle canzoni che il cielo era blu... fosse stato per lui avrebbe scelto il giallo, il rosso, il bianco, tanto... un colore vale l'altro...
La mia è stata una brutta sensazione... di ansia, soffocamento, sudore.. in cui non sono riuscita a prestare alcuna attenzione ai testi delle poesie recitate...

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Messaggio  cesareangrisani Dom Nov 29, 2009 1:03 pm

durante questo laboratorio ho avuto davvero difficoltà nella la simulazione che la docente ci ha fatto svolgere. ho provato non solo agitazione, ma tanta ansia...l'intervento di massimiliano, che ha detto: ci pensi tolgo la benda e davvero non vedo piu!! mi ha fatto molto riflettere anche tornando a casa..gli interventi in classe sono stati molto interessanti, giuseppina ha detto di essersi rilassata e sarebbe potuta restare cosi anche per un intera giornata.
Mi rendo conto però che La realtà è ben diversa.

questo è un corso davvero molto interessante.

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Messaggio  Albanese Immacolata Dom Nov 29, 2009 1:52 pm

La lezione di venerdì è stata a mio parere una delle lezioni che ricorderò per tutta la vita. Durante la simulazione ho provato una sensazione strana ed ho pensato a come siamo fortunati a nascere con tutti gli organi di senso funzionanti. Durante la lettura delle poesie mi sono soffermata molto sul fatto che non bisogna etichettare queste persone ma Chiamarle con il loro nome ed avvicinarci sempre di più a loro. Very Happy

Albanese Immacolata

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Messaggio  annarosaria imperato Dom Nov 29, 2009 2:16 pm

Antonella Cicala ha scritto:Non riesco a trattenermi dal raccontarvi un’esperienza che ho vissuto e sto ancora vivendo, stando accanto ad una persona “CIECA”:
“… si tratta di una ragazza, una ragazza speciale … che, nonostante la vita non gli abbia fatto il dono della vista, continua a vivere con serenità. Ha 22 anni, è originaria della Calabria ma abita a Napoli da 5 anni per poter proseguire i suoi studi … è molto simpatica, socievole, dolce … ed ha una incredibile forza di volontà …
Spesso mi chiede di accompagnarla quando deve spostarsi da sola in posti a lei poco noti … ed io lo faccio volentieri anche se inizialmente ho avuto qualche difficoltà nell’esserle d’aiuto … non essendo abituata a starle accanto … Beh ora posso dire che ...
.. Camminare con lei vuol dire essere “i suoi occhi”: devo tenerla per mano, non stare al suo fianco ma sempre un passo avanti (per farle strada), devo descriverle quello che accade intorno (se passa qualcuno, se c’è poca o tanta gente … ), descriverle il percorso che compiamo lentamente (la presenza di un ostacolo, di una BARRIERA, di gradini o un ascensore … ) …
… Sedere accanto a lei richiede tanta attenzione: devo avvisarla quando in una stanza entra qualcuno silenziosamente , io non posso allontanarmi senza darle alcun avviso, non posso parlare con una terza persona senza specificare che sto per farlo (altrimenti pensa che mi rivolgo a lei) , non è corretto usare parole come “VEDI.. ; HAI VISTO CHE BRUTTO TEMPO! ; GUARDA … ; .. in effetti lei non ha mai fatto esperienza di queste azioni …
E tante altre cose …
Ma quando lei è in un posto MOLTI STENTANO A SALUTARLA …
Quando è seduta ad un tavolo POCHE PERSONE LE SI AVVICINANO PER SCAMBIARE UNA CHIACCHIERA …
EPPURE E’ UNA PERSONA CHE AVREBBE BISOGNO ANCHE DI QUESTO …
(Care colleghe) NON VI MERAVIGLIATE SE VI DICO CHE :
QUESTA RAGAZZA HA UN NOME MOLTO FAMILIARE …. SI CHIAMA GIUDITTA ;
FRAQUENTA IL CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA …
I LUOGHI IN CUI LA ACCOMPAGNO (collaborazione con il SAAD) SONO LE AULE DELLA NOSTRA FACOLTA’ …
E LE PERSONE CHE LA CIRCONDANO, GUARDANDOLA DA LONTANO, SENZA RIVOLGERLE UNA PAROLA … SIAMO NOI !!!
essere i "suoi occhi"... mi sono commossa nel leggere le tue parole... Noi sappiamo vuol dire... Like a Star @ heaven Anna Rosaria
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Messaggio  martinoanna Dom Nov 29, 2009 2:21 pm

La cecità è sicuramente qualcosa di spaventoso e difficile da accettare, che ti fa riflettere sulla fortuna che uno ha a poter vedere. Ciò che però mi ha maggiormente colpito in questa lezione sono state le parole delle poesie "Chiamatemi per Nome" e "Non". La prima mette in evidenza il bisogno delle persone disabili a non voler essere definiti in base alla loro disabilità e chiedono quindi il diritto di essere considerati inanzitutto "Persone".
La seconda ha suscitato in me disagio, perchè non sò se io sarei capace di sognare senza poter parlare, scrivere, cantare............................

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Messaggio  annarosaria imperato Dom Nov 29, 2009 2:31 pm

Ero anche io li.. una non-vedente per qualche minuto..
Mi ha colpito molto il parere di una collega nel dire che in quello stato "vi sarebbe rimasta tutta la giornata".. sì, ma non tutta la vita certamente!
..se non nasci, ma diventi?! Il pensiero mi rabbrividisce..
La mia vista si è oscurata, il mio udito si è accentuato, il mio tatto era più sensibile, la mia percezione generale era più acuta.. sentivo l'aria spostarsi ad ogni mio movimento.. ruotavo il viso e sentivo l'aria spostarsi con me.. una sensazione indescrivibile!
Sentivo una voce parlare..era una voce dolce, lenta, calda, che mi penetrava nella mente.. e le parole della prima poesia mi hanno spiazzata. Non riuscivo ad ascoltare nient'altro, per qualche minuto sentivo sempre la stessa voce, ma non capivo più.. sono ritornata in me, solo quando è giunto il momento dell'ultima poesia..
Il dolore di una persona che si sente un fardello per la società e di un' altra che non si sente chiamata per nome credo rappresentino il dramma peggiore che un essere umano possa vivere... se non mi chiamassero Anna Rosaria?! se solo sbagliano il mio nome, a volte, mi arrabbio.. figuriamoci se per la società fossi una "diversa"!
Ma in quell'aula non sono riuscita ad esprimermi, perchè quel silenzio assordante mi aveva zittita ed esentata ad ogni pensiero.. solo dopo, quando mi sono sbendata, ho capito che io in quella situazione non ci volevo proprio stare, non perchè abbia paura del buio, ma perchè la vista, il tatto, l'udito, il gusto, l'olfatto, le mie gambe, le mie mani sono il regalo più bello che la vita mi potesse dare.
Non a caso ho deciso di porre questi miei doni a favore di chi non li ha..
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Messaggio  tonia d'orazio Dom Nov 29, 2009 2:44 pm

cosa dire in merito? penso che ogni commento sia superfluo! o comunque non rispecchierebbe quello che si prova...non dico di provare pena, perchè sarebbe abbastanza offensivo, ma tanta tenerezza per loro. la cosa bella, che mi commuove, e che trovano e riescono a dare conforto agli altri. io ho un amico cieco, e a volte quando parlo con lui, mi meraviglia e quasi mi sconvolge. al di là del mio lato da amica, è una persona splendida. riesce a ridere e sdrammatizzare come penso pochi farebbero nelle proprie condizioni...e poi quando prende la sua chitarra..non c è niente che lo ferma. credo che da questo corso, e anche stando a stretto contatto con lui, imparerò tante cose. già mi sento + "vicina" al problema. e ringrazio la dottoressa briganti per ciò.
buona domenica a tutti
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Messaggio  annamaria mancuso Dom Nov 29, 2009 2:48 pm

Per me è stata molto significativa l'esperienza fatta al corso!Con gli occhi bendati ho provato una sorta di solitudine interiore, di vuoto intorno a me che sinceramente non credevo di provare. in genere non partecipo ai dibattiti in aula ma spesso commento con le mie amiche, ma con gli occhi bendati mi sentivo sola, anche se sapevo chi c'era vicino a me, e paradossalmente senza vedere non riuscivo a pensare, mi sentivo in un stato di "passività". quando abbiamo tolto le bende per me è stato un sollievo anche se mi sono sentita ancora disorientata.

ora che ci penso vorrei raccontarvi una mia esperienza: alle scuole medie (quindi fascia d'età 11-13) il mio insegnante di educazione musicale era non vedente. Penso che tutte voi sappiate quanto i ragazzini, soprattutto di quell'età siano difficili da tenere, ma vi dico che lui era fantastico, veniva in classe con un accompagnatore ma ci insegnava tutto: a leggere il petagramma, a fare solfeggio, a suonare gli strumenti.
alla fine di ogni anno facevamo sempre dei piccoli concertini e lui era in grado di tenere benissimo la classe. si faceva rispettare e noi avevamo imparato a comunicare con lui, cosa non semplice per dei ragazzini, perchè sapevamo di dover stare particolarmente attenti al nostro comportamento perchè se no lui poteva pensare di essere preso in giro. questa era la cosa che più ci rimproverava e di cui più lui aveva paura.
comunque per me è stato un insegnante bravissimo ed è stata un'esperienza molto formativa perchè alla fine noi non vedevamo "il diverso" ma semplicemente il professore e la sua condizione di cecità per noi non era un handicap ma faceva parte di lui...non so se mi spiego anche perchè sono sensazioni e ricordi di circa 18 anni fa!


Ultima modifica di annamaria mancuso il Dom Nov 29, 2009 6:16 pm - modificato 1 volta.

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Messaggio  vastarella.fiomena Dom Nov 29, 2009 3:10 pm

non e la prima volta che faccio finta di non vedere: da piccola spesso chiudevo gli occhi e girovagavo per la casa facendo attenzione a non sbattere , ma era solo un gioco . Oggi pero per la prima volta ho provato qualcosa di diverso ,da piccola sfidavo solo me stessa , mi divertivo , oggi invece con gli occhi bendati mi sentivo oppressa . Per la prima volta credo di aver provato quello che provano loro .

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Messaggio  antonia luisa raucci Dom Nov 29, 2009 3:27 pm

AlessiaDiFraia ha scritto:Ieri ho vissuto una bellissima esperienza, mi sono calata per qualche minuto nei panni di una persona non-vedente ..Non è stato difficile simulare la condizione di cecità, è bastato chiudere le palpebre, coprirle con un foulard o con una sciarpa ed ecco che mi sono trovata immersa in un mondo di oscurità che mi impediva azioni che un attimo prima erano più che naturali. Inizialmente mi sono sentita spaesata, poi d’improvviso ho percepito tranquillità intorno a me e mi sono rilassata … dopo qualche secondo ho sentito la voce della professoressa pacata, dolce … stava leggendo delle poesie..ma una mi ha colpito più di tutte, tanto da farmi soffermare a riflettere, la poesia di Rebecca:

Non scrivo
Non parlo
Non cammino
Non canto
Non chatto
Ma amo
Sogno e sono viva


..“sogno” .. ho immaginato di sognare, ma poi d’improvviso il panico!!! Cosa può immaginare, sognare un cieco dalla nascita? Ma prima di tutto sogna come noi?? Queste domande mi hanno fatto riflettere, ma purtroppo non ho trovato risposta! Un semplice esperimento come questo permette di intuire quanto possa essere penalizzante tale disabilità.
lezione 7 - lab. 27 novembre - SIMULAZIONE - Pagina 3 B0654310

Ciao alessia,
la tua domanda è molto interessante e mi ha particolarmente incuriosito!
Cercando su internet ho trovato i risultati di una ricerca che propongo a tutti qui di seguito...spero che possa dare risposta alle nostre domande!!!


Così sognano i non vedenti.

I sogni dei non vedenti sono identici ai nostri: soggetti a colori e in movimento, figure umane, paesaggi naturali. È quanto hanno scoperto i ricercatori del Laboratorio del sonno della Facoltà di Medicina dell'Università di Lisbona (www.fm.ul.pt), provando l'esistenza, nei sogni dei ciechi, degli stessi contenuti visuali di quelli dei vendenti. «Finora si riteneva che i ciechi non avessero lo stesso immaginario visuale dei vedenti durante i sogni - spiega il biofisico Helder Bértolo, responsabile dello studio -. La letteratura scientifica in materia si limita ad analisi di tipo psicologico per spiegare alcune somiglianze. La nostra ricerca, invece, grazie alla misurazione quantitativa e qualitativa dell'attività onirica, ha dimostrato che nei sogni i ciechi congeniti hanno la possibilità di visualizzare immagini senza averle mai viste. E i contenuti visuali sognati sono gli stessi dei vedenti». Un campione di 20 persone, suddiviso a metà tra ciechi dalla nascita e vedenti normali, è stato sottoposto a elettroencefalogramma (Ecg) durante il sonno per due notti consecutive. I volontari dello studio sono stati svegliati quattro volte per notte, a intervalli di un'ora e mezzo. A ogni risveglio, hanno registrato il racconto dei sogni, «generalmente avvenuti nei cinque minuti di sonno precedenti», aggiunge il ricercatore portoghese. Dall'esame comparato dei tracciati dell'Ecg durante la fase di sonno Rem, quando l'attività onirica è più intensa, sono arrivati i risultati utili alla ricerca. «Abbiamo scoperto che durante questo periodo di sonno anche nei ciechi l'onda cerebrale "alpha" si attenua - spiega Bértolo -.
L'inibizione di questo segnale è un indicatore dell'attività della corteccia visuale occipitale, la parte del cervello dove arrivano le immagini. Il comportamento dell'onda "alpha" avviene con le stesse modalità quantitative e qualitative sia nei ciechi che nei vedenti: ciò significa che durante il sonno è in corso un'attività visuale anche nei ciechi. L'attività visuale è il sogno, con gli stessi contenuti dei vedenti, ossia immagini, colori e movimenti, come risulta dalle registrazioni a ogni risveglio». Oltre al test sui tracciati Ecg, la ricerca ha utilizzato l'analisi grafica dei disegni sui sogni realizzati dai volontari al risveglio. «Prendendo ad esempio la figura umana, su 51 linee d'identificazione grafica, nei disegni dei ciechi discordava solo quella relativa alle orecchie, che apparivano più grandi per l'abitudine dei non vedenti a riconoscere una persona toccando questa parte del corpo». Ma se i ciechi congeniti sognano persone, paesaggi, nuvole, colori senza averli mai visti, da dove arrivano queste immagini? «È ancora presto per poter dare una risposta scientifica - premette il ricercatore -. Al momento esistono due ipotesi principali: le immagini dei sogni dei ciechi possono generarsi dall'integrazione di elementi dell'esperienza di vita con l'attività della corteccia visuale. Oppure, l'essere umano dispone geneticamente di una banca dati di immagini, utilizzata per preservare la specie. Questa seconda ipotesi è confermata dalle ricerche sui sogni dei feti nel grembo materno». I risultati della ricerca dell'équipe portoghese sono stati pubblicati sulla più autorevole rivista scientifica del settore, l'inglese «Cognitive brain research» (www.elsevier.com/locate/cognbrainres), e sono stati premiati all'ultimo congresso annuale della Società europea di ricerca sul sonno.
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antonia luisa raucci

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lezione 7 - lab. 27 novembre - SIMULAZIONE - Pagina 3 Empty LEZIONE 7. LABORATORIO 27 NOVEMBRE,SIMULAZIONE.

Messaggio  Antonietta Arbucci Dom Nov 29, 2009 3:58 pm

La lezione di venerdì è stata per me una delle lezioni più coinvolgenti ed interessanti.Inizialmente ho provato una sensazione di panico e non vedevo l'ora di togliermi quella benda,ma poi,forse per il silenzio che c' era in aula, mi sono calmata e ho immaginato le parole che la professoressa diceva durante la lettura delle poesie.La poesia che mi ha particolarmente colpito è stata quella di Rebecca:

NON

Non scrivo
Non parlo
Non cammino
Non canto
Non chatto
Ma sogno
E vivo

Non scrivo
Non parlo
Non cammino
Non canto
Non chatto
Ma amo
Sogno e sono viva

Non scrivo
Non parlo
Non cammino
Non canto
Non chatto
Non amo
Non sogno
Sono viva
E SOLA.

Antonietta Arbucci

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Messaggio  valentina.difiore Dom Nov 29, 2009 4:26 pm

..ANCHE IO C'ERO!Ho partecipato alla simulazione e ho parlato delle mie emozioni già in aula,ma mi fa piacere scriverle anche qui anche perchè in questo caso non dovrei ridurre ai minimi termini le mie sensazioni...
Come già qualcuno sa, a differenza degli altri io non ero bendata,per cui dovendo simulare una persona affetta da cecità ho dovuto chiudere semplicemente gli occhi..
Regnava il silenzio,un silenzio che uccide, che mi faceva stare male dentro e che soprattutto che faceva sì che i miei pensieri prendessero il sopravvento!
Non vedevo,ma sentivo...riuscivo a sentire il respiro delle mie compagne,riuscivo a sentire Anna Rosaria e Laura, avvertivo una certa agitazione forse anche un pò di paura...
Riuscire a sentire il respiro di chi ci sta accanto è quasi impossibile,eppure in quel momento era così...il mio udito era maledettamente accentuato,la mia percezione e tutti i miei sensi più acuti..perchè?
Avevo paura e il mio cuore batteva forte..ero viva,ma non riuscivo a vedere..mi era compagno il buio,che regnava intorno a me...
Quel silenzio assordante, viene interrotto da una voce: calda, tranquilla, rilassata...una voce che in un altro contesto mi avrebbe allietata ma che in quel momento mi metteva in ansia!La riconosco...è la voce della professoressa Briganti..legge delle poesie,dei versi che mi resndono triste,dei versi che in quel momento sento parte di me!
Non ce la faccio più...apro gli occhi, innanzi a me: l'aula dove ero seduta poco prima,al mio fianco le mie compagne bendate...quell'aula sembrava di averla vista per la prima volta, sembrava come se avessi vissuto un incubo, ma era tutto vero... ero triste e felice allo stesso tempo e un pò mi veniva da piangere,ma non l'ho fatto! La prof mi VEDE, mi chiede di richiudere gli occhi, avrei voluto dirle di come mi sono sentita male nel farlo poco prima, avrei voluto dirle che non ci riesco, avrei vluto dirle che non avere la benda come gli altri comportava un forte svantaggio: dire a se stessi "NON APRIRE GLI OCCHI" ma sapendo di poterlo fare e VEDERE non è facile!
Ma non ho risposto...ho voluto sfidare me stessa e ascoltare la prof..ho richiuso gli occhi..il BUIO,mi sentivo di nuovo morire...avevo paura!
Resto sconcertata dall'opinione di una mia collega che provava piacere a stare in quella situazione e addirittura ci sarebbe rimasta per tutta la giornata,provo immenso piacere quando invece Massimiliano dà voce ai miei pensieri...LUCE!
Non riesco a scrivere altro...molte cose non saprei nemmeno spiegarle a parole,porterò con me quest'esperienza per sempre e ringrazio la prof per avercela fatta vivere anche se non saprei definire se sia stata gradevole o sgradevole..forse entrambe perchè scrivo e ancora porto con me quell'agitazione e quella paura che mi hanno accompagnata in quel momento... ma VEDO e VIVO.. I love you
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Messaggio  valentina.difiore Dom Nov 29, 2009 4:31 pm

annarosaria imperato ha scritto:
Antonella Cicala ha scritto:Non riesco a trattenermi dal raccontarvi un’esperienza che ho vissuto e sto ancora vivendo, stando accanto ad una persona “CIECA”:
“… si tratta di una ragazza, una ragazza speciale … che, nonostante la vita non gli abbia fatto il dono della vista, continua a vivere con serenità. Ha 22 anni, è originaria della Calabria ma abita a Napoli da 5 anni per poter proseguire i suoi studi … è molto simpatica, socievole, dolce … ed ha una incredibile forza di volontà …
Spesso mi chiede di accompagnarla quando deve spostarsi da sola in posti a lei poco noti … ed io lo faccio volentieri anche se inizialmente ho avuto qualche difficoltà nell’esserle d’aiuto … non essendo abituata a starle accanto … Beh ora posso dire che ...
.. Camminare con lei vuol dire essere “i suoi occhi”: devo tenerla per mano, non stare al suo fianco ma sempre un passo avanti (per farle strada), devo descriverle quello che accade intorno (se passa qualcuno, se c’è poca o tanta gente … ), descriverle il percorso che compiamo lentamente (la presenza di un ostacolo, di una BARRIERA, di gradini o un ascensore … ) …
… Sedere accanto a lei richiede tanta attenzione: devo avvisarla quando in una stanza entra qualcuno silenziosamente , io non posso allontanarmi senza darle alcun avviso, non posso parlare con una terza persona senza specificare che sto per farlo (altrimenti pensa che mi rivolgo a lei) , non è corretto usare parole come “VEDI.. ; HAI VISTO CHE BRUTTO TEMPO! ; GUARDA … ; .. in effetti lei non ha mai fatto esperienza di queste azioni …
E tante altre cose …
Ma quando lei è in un posto MOLTI STENTANO A SALUTARLA …
Quando è seduta ad un tavolo POCHE PERSONE LE SI AVVICINANO PER SCAMBIARE UNA CHIACCHIERA …
EPPURE E’ UNA PERSONA CHE AVREBBE BISOGNO ANCHE DI QUESTO …
(Care colleghe) NON VI MERAVIGLIATE SE VI DICO CHE :
QUESTA RAGAZZA HA UN NOME MOLTO FAMILIARE …. SI CHIAMA GIUDITTA ;
FRAQUENTA IL CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA …
I LUOGHI IN CUI LA ACCOMPAGNO (collaborazione con il SAAD) SONO LE AULE DELLA NOSTRA FACOLTA’ …
E LE PERSONE CHE LA CIRCONDANO, GUARDANDOLA DA LONTANO, SENZA RIVOLGERLE UNA PAROLA … SIAMO NOI !!!
essere i "suoi occhi"... mi sono commossa nel leggere le tue parole... Noi sappiamo vuol dire... Like a Star @ heaven Anna Rosaria

...semplicemente sono senza parole!Grazie Anto Sad
valentina.difiore
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Messaggio  Elvira Rosa Romano Dom Nov 29, 2009 4:41 pm

La lezione di venerdì è stata piuttosto particolare: con gli occhi bendati abbiamo ascoltato la professoressa che leggeva delle poesie. Molti colleghi hanno manifestato una sensazione di disagio; io, invece, sono stata felicemente avvolta da una sensazione di pace, anche perchè nell'aula si era diffuso un piacevolissimo silenzio.
La preoccupazione di alcuni (almeno in base agli interventi fatti in aula) riguardava la paura di aprire gli occhi e di accorgersi di non vedere più. Per quanto mi riguarda, ho provato questa sensazione qualche anno fa, immediatamente dopo essermi sottoposta ad un'operazione per eliminare la miopia. Ricordo che, allora, la mia preoccupazione più grande era quella di perdere la vista e di non riacquistarla mai più. Fu proprio in quei momenti che mi resi conto di quale grande dono fosse la vista. Very Happy
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Messaggio  marianna bergantino Dom Nov 29, 2009 4:56 pm

ciao a tutti!!

anche io venerdi ho provato per pochi minuti l'essere non vedente...
io e le mie colleghe abbiamo provato quella strana sensazione... il poter solo immaginare le parole che ci venivano dette... il non poter vedere, guardare...

certo per noi la cosa è stata non dico facile... perchè ci sono state anche persone che durante e dopo la simulazione provavano un senso di oppressione, di tachicardia..peò noi abbiamo utilizzato l'immaginazione...beh, non è poi cosi difficile immaginare...
però, mi sono domandata : chi non ha mai visto i colori, le cose... è vero utilizzerà molto la fantasia, perchè si baserà solo sugli odori, il tatto..
ma i colori??
come si fa a spiegarli a chi è cieco dalla nascita?? ...
a tal proposito mi ha fatto riflettere un intervento di una ragazza... parlava di Giuditta...non facciamo finta di niente: la consociamo TUTTI!!
io sono sincera... e adesso me ne vergogno un pò ma dico la verità... faccio parte di quella categoria che non la saluta... che non le dà a parlare... ma sapete perche??
non perchè sia cattiva, indifferente chiusa... ma perchè mi sento inadeguata consocendola solo di vista a darle a parlare, a chiederle come va.. avrei paura di fare qualche gaffe---
anche per il saluto... magari una persona che conosciamo solo di vista la salutiamo... mentre a lei no, perche pesiamo che non ci vede..
ma lei in relatà sente la nostra presenza.. Smile
proprio per questo... smettiamola, e proviamo a rendere la sua vita colarata nei rapporti all'uni...
ha una forza di volontà unica...ammirabile...venuta dalla Calabria a Napoli, senza la sua famiglia...per studiare, per non abbattersi e combattere contro la
diversità e contro la sua disabilità.
ho parlato di Giuditta ragazzi, solo perchè consoco solo lei... ma chissà con quante persone ci comportiamo da indifferenti..
quando invece, almeno personalmente, indifferenti non lo siamo...ma abbiamo solo paura di non saperci rapportare.
marianna bergantino
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Messaggio  linaferrante Dom Nov 29, 2009 4:57 pm

la simulazione che la professoressa ci ha proposto in classe ,mi ha fatto riflettere molto e credo che sia stata un esperienza significativa per ognuno di noi.Quando siamo stati bendati anche se per poco tempo, a differenza di altre mie colleghe che non vedevono l'ora di togliersi la benda perchè si sentivano come chiuse in una ''gabbia'',io devo ammettere che mi sono rilassata completamente mi sono sentita isolata ,dimenticando il quando,il come e il perchè stessi facendo una simulazione del genere .Essendo miope da tanti anni mi sono immedesimata nelle persone non vedenti dalla nascita,a volte quando sono priva di occhiali ,provo una sensazione di rabbia nel non riuscire a vedere ciò che mi interessa in quell'istante.Tutta questa rabbia a volte mi porta anche ad avere paura perchè non vorrei che un giorno io possa peggiorare.Quindi tutto ciò mi porta ad essere comprensiva nei confronti di chi soffre per questa mancanza così grande e mi fa riflettere sul fatto che non devo sempre lamentarmi perchè al mio problema c'è rimedio,a quello di un cieco NO

linaferrante

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