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lezione 7 - lab. 27 novembre - SIMULAZIONE

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Messaggio  lupoli erminia Dom Nov 29, 2009 5:09 pm

quando ho messo quella benda, non so spiegarvi davvero che cosa ho provato! la paura è stata la prima sensazione. si di non capire, da dove provenissero i rumori, cosa mi poteva capitare...mi sono sentita cosi indifesa! e poi anche l'oppressione...oppressa da essere piccola nei confronti di un mondo cosi grande...epèpure a noi è durato poco, non oso immaginare quelle persone, che aimè convivono con tutto ciò

lupoli erminia

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Messaggio  linaferrante Dom Nov 29, 2009 5:15 pm

[quote="valentina.difiore"]
annarosaria imperato ha scritto:
Antonella Cicala ha scritto:Non riesco a trattenermi dal raccontarvi un’esperienza che ho vissuto e sto ancora vivendo, stando accanto ad una persona “CIECA”:
“… si tratta di una ragazza, una ragazza speciale … che, nonostante la vita non gli abbia fatto il dono della vista, continua a vivere con serenità. Ha 22 anni, è originaria della Calabria ma abita a Napoli da 5 anni per poter proseguire i suoi studi … è molto simpatica, socievole, dolce … ed ha una incredibile forza di volontà …
Spesso mi chiede di accompagnarla quando deve spostarsi da sola in posti a lei poco noti … ed io lo faccio volentieri anche se inizialmente ho avuto qualche difficoltà nell’esserle d’aiuto … non essendo abituata a starle accanto … Beh ora posso dire che ...
.. Camminare con lei vuol dire essere “i suoi occhi”: devo tenerla per mano, non stare al suo fianco ma sempre un passo avanti (per farle strada), devo descriverle quello che accade intorno (se passa qualcuno, se c’è poca o tanta gente … ), descriverle il percorso che compiamo lentamente (la presenza di un ostacolo, di una BARRIERA, di gradini o un ascensore … ) …
… Sedere accanto a lei richiede tanta attenzione: devo avvisarla quando in una stanza entra qualcuno silenziosamente , io non posso allontanarmi senza darle alcun avviso, non posso parlare con una terza persona senza specificare che sto per farlo (altrimenti pensa che mi rivolgo a lei) , non è corretto usare parole come “VEDI.. ; HAI VISTO CHE BRUTTO TEMPO! ; GUARDA … ; .. in effetti lei non ha mai fatto esperienza di queste azioni …
E tante altre cose …
Ma quando lei è in un posto MOLTI STENTANO A SALUTARLA …
Quando è seduta ad un tavolo POCHE PERSONE LE SI AVVICINANO PER SCAMBIARE UNA CHIACCHIERA …
EPPURE E’ UNA PERSONA CHE AVREBBE BISOGNO ANCHE DI QUESTO …
(Care colleghe) NON VI MERAVIGLIATE SE VI DICO CHE :
QUESTA RAGAZZA HA UN NOME MOLTO FAMILIARE …. SI CHIAMA GIUDITTA ;
FRAQUENTA IL CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA …
I LUOGHI IN CUI LA ACCOMPAGNO (collaborazione con il SAAD) SONO LE AULE DELLA NOSTRA FACOLTA’ …
E LE PERSONE CHE LA CIRCONDANO, GUARDANDOLA DA LONTANO, SENZA RIVOLGERLE UNA PAROLA … SIAMO NOI !!!
essere i "suoi occhi"... mi sono commossa nel leggere le tue parole... Noi sappiamo vuol dire... Like a Star @ heaven Anna Rosaria

CARA ANTO il tuo mes è meraviglioso e fa riflettere molto ,io mi inserisco in quelle persone che tu dici stentano a salutarla,la guardano da lontano,non le rivolgono la parola ,beh tante volte devi pensare che le persone si comportano in questo modo proprio perchè considerano Giuditta una persona ''normale''e no per la sua cecità...tu saluti tutti??? tu rivolgi la parola a tutti??? tu conosci tutti??? non credi che Giuditta preferirebbe una parola sincera,un conforto sincero,un aiuto sincero (come quello che gli dai tu) invece di comportamenti dettati solo dalla compassione e dalla tenerezza?spero che tu abbia capito il mio mes.con stima lina

linaferrante

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Messaggio  Antonietta.Gioviale Dom Nov 29, 2009 5:23 pm

Antonella Cicala ha scritto:
Non riesco a trattenermi dal raccontarvi un’esperienza che ho vissuto e sto ancora vivendo, stando accanto ad una persona “CIECA”:
“… si tratta di una ragazza, una ragazza speciale … che, nonostante la vita non gli abbia fatto il dono della vista, continua a vivere con serenità. Ha 22 anni, è originaria della Calabria ma abita a Napoli da 5 anni per poter proseguire i suoi studi … è molto simpatica, socievole, dolce … ed ha una incredibile forza di volontà …
Spesso mi chiede di accompagnarla quando deve spostarsi da sola in posti a lei poco noti … ed io lo faccio volentieri anche se inizialmente ho avuto qualche difficoltà nell’esserle d’aiuto … non essendo abituata a starle accanto … Beh ora posso dire che ...
.. Camminare con lei vuol dire essere “i suoi occhi”: devo tenerla per mano, non stare al suo fianco ma sempre un passo avanti (per farle strada), devo descriverle quello che accade intorno (se passa qualcuno, se c’è poca o tanta gente … ), descriverle il percorso che compiamo lentamente (la presenza di un ostacolo, di una BARRIERA, di gradini o un ascensore … ) …
… Sedere accanto a lei richiede tanta attenzione: devo avvisarla quando in una stanza entra qualcuno silenziosamente , io non posso allontanarmi senza darle alcun avviso, non posso parlare con una terza persona senza specificare che sto per farlo (altrimenti pensa che mi rivolgo a lei) , non è corretto usare parole come “VEDI.. ; HAI VISTO CHE BRUTTO TEMPO! ; GUARDA … ; .. in effetti lei non ha mai fatto esperienza di queste azioni …
E tante altre cose …
Ma quando lei è in un posto MOLTI STENTANO A SALUTARLA …
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GRAZIE PER AVER SCRITTO QUESTO MESSAGGIO..LO TROVO DAVVERO SIGNIFICATIVO
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Messaggio  buompane giuseppina Dom Nov 29, 2009 5:45 pm

Salve a tutti ,dai vostri commenti ho potuto capire che questa di venerdì è stata una lezione molto interessante e molto sentita da tutte voi.
Purtroppo non sono riuscita ad essere presente a questa lezione,e leggendo le poesie che la professoressa a presentato e unpò le vostre sensazioni sulla simulazione, ho riflettuto sulla condizione di soggetti non vedenti, sulle difficoltà che incontrano reali. Ho proavto in casa a porre sopra agli occhi una benda e ammetto che non è stato facikle districarmi in casa, questo perchè mi ha incuriosito molto la simulazione in aula.La sensazione può logorosa è stata quella di sentirmi spaesata, dopo 10 minuti girovaganto per casa non avevo più riferimenti, mi sentivo soffocare. Da questa esperienzaho pensato realmente alla difficolta di insegnare ad un bambino cieco dalla nascita , che non ha mai visto il sole,un albero, un uccellino, un tramonto.... e come si fa a spiegare ad un bambino non vedente come sono fatte tutte queste cose ......?
Per questo pensoche diventa importante per loro ogni rumore , ogni suono, e ogni sensazione che avvertono con il loro corpo...

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Messaggio  elena gigliotti Dom Nov 29, 2009 6:11 pm

Salve! pur avendo gà fatto l'intervento su questo laboratorio, non lo ho ritrovato, non so se non l'ho registrato o fatto qualche altro pasticcio. Certamente a distanza di due giorni le sensazioni non sono più a caldo come venerdì, comunque ci provo. E' stato un test molto interessante e bello, a differenza di molte colleghe non ho provato nè angoscia, nè ansia con il foulard sugli occhi, ma una sensazione di benessere, sarà che ultimamente faccio una vita molto stressata, quindi essermi potuta fermare al buio e quasi al silenzio, rotto solo dalla voce della Dott. Briganti che leggeva le poesie sulla disabilità, mi ha molto rilassato. Ho provato a riflettere sulla condizione di coloro che non ci vedono, si può solo immaginare lontanamente quello che provano, io la sciarpa l'avrei levata da lì a poco. Inoltre suppongo che le persone cieche, debbano provare angoscia e disagio nel trovarsi in luoghi nuovi dove non si conosce nessuno, dove non si sa di chi fidarsi, io sapevo chi avevo al mio fianco ed inoltre conoscevo la maggior parte delle persone in aula, riconoscevo addirittura le loro voci pur essendo bendata. Tra le varie disabilità credo che la cecità sia una delle più tristi, è triste non poter vedere il sole che spunta al mattino o che tramonta la sera, è triste non poter vedere il volto di un proprio caro o il sorriso di un bambino, è triste non poter vedere............. Crying or Very sad
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Messaggio  pacini anna Dom Nov 29, 2009 6:19 pm

la lezione del 27 novembre e' stata veramente straordinaria, e la ns. prof. ha veramente un modo straordinario per comunicare con noi ragazze e per sollecitare in noi dei sentimenti, che sembrano appiattiti: tanti argomenti non sono nuovi, ma il modo in cui ci vengono presentati, risveglia in noi una consapevolezza e una criticita' che purtroppo non e' comune.
L'esperienza della simulazione e' stata veramente unica: non e' stato semplice restare per alcuni minuti senza vedere ed in quei momenti diversi pensieri hanno affollato la mia mente ed in particolare mi sono posta una domanda: Cosa puo fare un'insegnante di fronte ad un bambino che purtroppo non ha ricevuto questo dono, come puo rapportarsi con una esistenza che non gli appartiene, che non conosce, che nemmeno puo solo immaginare?

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Messaggio  ClementinaVillano Dom Nov 29, 2009 6:32 pm

Antonella Cicala ha scritto:Non riesco a trattenermi dal raccontarvi un’esperienza che ho vissuto e sto ancora vivendo, stando accanto ad una persona “CIECA”:
“… si tratta di una ragazza, una ragazza speciale … che, nonostante la vita non gli abbia fatto il dono della vista, continua a vivere con serenità. Ha 22 anni, è originaria della Calabria ma abita a Napoli da 5 anni per poter proseguire i suoi studi … è molto simpatica, socievole, dolce … ed ha una incredibile forza di volontà …
Spesso mi chiede di accompagnarla quando deve spostarsi da sola in posti a lei poco noti … ed io lo faccio volentieri anche se inizialmente ho avuto qualche difficoltà nell’esserle d’aiuto … non essendo abituata a starle accanto … Beh ora posso dire che ...
.. Camminare con lei vuol dire essere “i suoi occhi”: devo tenerla per mano, non stare al suo fianco ma sempre un passo avanti (per farle strada), devo descriverle quello che accade intorno (se passa qualcuno, se c’è poca o tanta gente … ), descriverle il percorso che compiamo lentamente (la presenza di un ostacolo, di una BARRIERA, di gradini o un ascensore … ) …
… Sedere accanto a lei richiede tanta attenzione: devo avvisarla quando in una stanza entra qualcuno silenziosamente , io non posso allontanarmi senza darle alcun avviso, non posso parlare con una terza persona senza specificare che sto per farlo (altrimenti pensa che mi rivolgo a lei) , non è corretto usare parole come “VEDI.. ; HAI VISTO CHE BRUTTO TEMPO! ; GUARDA … ; .. in effetti lei non ha mai fatto esperienza di queste azioni …
E tante altre cose …
Ma quando lei è in un posto MOLTI STENTANO A SALUTARLA …
Quando è seduta ad un tavolo POCHE PERSONE LE SI AVVICINANO PER SCAMBIARE UNA CHIACCHIERA …
EPPURE E’ UNA PERSONA CHE AVREBBE BISOGNO ANCHE DI QUESTO …
(Care colleghe) NON VI MERAVIGLIATE SE VI DICO CHE :
QUESTA RAGAZZA HA UN NOME MOLTO FAMILIARE …. SI CHIAMA GIUDITTA ;
FRAQUENTA IL CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA …
I LUOGHI IN CUI LA ACCOMPAGNO (collaborazione con il SAAD) SONO LE AULE DELLA NOSTRA FACOLTA’ …
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cara anto con questa tua esperienza hai evidenziato ciò che io ho cercato di ribadire nei vari interventi....il problema siamo noi......

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Messaggio  ClementinaVillano Dom Nov 29, 2009 6:39 pm

Parole di una non vedente:

Sarà pure vero che i "vedenti" non sanno .... ma la grande maggioranza secondo me vnon vuole sapere, perchè sono troppo occupati a coltivare il proprio orticello.

basterebbe essere normalmente sensibili con tutti, e il problema del non sapere sarebbe risolto.


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Messaggio  antonia colella Dom Nov 29, 2009 6:53 pm

rileggendo tutti i commenti al forum mi sono appasionata sempre di più....nella mia considerazione però ho omesso di scrivere quale sia stata,ed è ancora, la poesia che mi ha attratto di più:"sogno di un'amica"....davvero toccante.in essa infatti si riescono a capire i sentimenti e le emozioni provate da quella ragazza e del suo sogno,che crede sia fattibilissimo in futuro,di eliminare il menefreghismo e e "l'ingnoranza" su questi temi che fanno parte del nostro essere umani....o almeno presunti tali! Sad Sad Sad
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Messaggio  Gabriella Zeno Dom Nov 29, 2009 7:03 pm

La lezione del 27 nov. è stata una lezione bellissima, mi ha coinvolto tantissimo. All' inzio non appena ho indossato il foulard, mi sentivo soffocare, ma più passavano i minuti e soprattutto, nell' ascoltare la voce pacata della professoressa che leggeva le poesie, mi sono subito rasserenata e rilassta.
Non ho provato come molti altri ragazzi, momenti di oppressione, anzi mi sentivo a mio agio, certo, ho "dovuto" tenere gli occhi chiusi solo per 5 minuti.
"Anch’io ho un volto, un sorriso, un pianto,una gioia da condividere.Anch’io ho pensieri, fantasia, voglia di volare.
Chiamatemi per nome." Questa strofa, è davvero molto bella e significativa, anche se ha un risvolto triste. Si avverte, infatti, il desiderio da parte dello scrivente, di essere trattato come un non diverso, perchè per lui, l'essere trattato in modo "speciale" non fa altro che accentuare la sua diversità. flower
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Messaggio  linaferrante Dom Nov 29, 2009 7:05 pm

tra le poesie che la prof.ci ha letto quella che mi ha emozionato di più è stata senza alcun dubbio:

Chiamatemi per nome

Non voglio più essere conosciuta

per ciò che non ho

ma per quello che sono:

una persona come tante altre.

Chiamatemi per nome.

Anch’io ho un volto, un sorriso, un pianto,

una gioia da condividere.

Anch’io ho pensieri, fantasia, voglia di volare.

Chiamatemi per nome.

Non più:

portatrice di handicap, disabile,

non vedente, non udente, cerebrolesa, tetraplegica.

Forse usate chiamare gli altri:

“portatore di occhi castani” oppure “inabile a cantare”?

o ancora: “miope” oppure “presbite”?

Per favore abbiate il coraggio della novità.

Abbiate occhi nuovi per scoprire che,

prima di tutto,

io “sono”.

Chiamatemi per nome.

in questa poesia ho sentito un grido da parte di una persona disabile ,LA SUA VOGLIA DI SENTIRSI LIBERA,IL SUO DESIDERIO DI ESSERE CONSIDERATA ''NORMALE'' ,DI ESSERE APPREZZATA PER QUELLA CHE è ,E PER QUELLO CHE HA ,INVECE DI ESSERE COMPATITA PER LE SUE MANCANZE

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Messaggio  Maria Palladino Dom Nov 29, 2009 7:05 pm

La lezione di mercoledì è stata particolarmente significativa; la prima cosa che mi ha colpito tanto è stato il silenzio e grazie al silenzio che le poesie sono state sentite del tutto !Le poesie sono state tutte bellissime ma quella che mi ha colpito di più è stata quella di Rebecca !A differenza di alcune colleghe io non ho provato nessun senso di oppressione, anzi ho scoperto il piacere del silenzio assoluto!

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Messaggio  iole pastore Dom Nov 29, 2009 7:22 pm

Antonella Cicala Ieri a 3:41 pm
IN CHE MODO UN NON VEDENTE SIN DALLA NASCITA AVREBBE USATO LA SUA IMMAGINAZIONE ???

COME IMMAGINA CHE SIA LA REALTà CHE LO CIRCONDA ???

FORSE PIù BELLA ... PIù COLORATA O IN BIANCO E NERO ...???

Antonella anche io, come te, durante la lezione di venerdi mi sono chiesta come un non vedente usa la propria immaginazione.
Ho voluto approfondire l’argomento a casa, e mentre cercavo degli approfondimenti sulla questione, ho trovato uno scritto di una ragazza non vedente che ho voluto “copiare”ed inserire nel forum per le parole particolarmente toccanti.

«Ho i piedi nell’acqua. La sento fredda, che sale, con onde lunghe e costanti. In un silenzio fresco. Adoro l’acqua. Per questo il mio colore preferito è il blu. La prima volta che mi hanno portato a vedere l’alba sono rimasta indifferente. È arrivato il mattino, mi dicevano. Ma per me non era niente. Poi ho fatto un passo verso il mare. È stato allora che ho capito l’alba, come se un pensiero mi si fosse scritto in testa. Un pensiero, perché dentro un cieco dalla nascita non vivono immagini. Ricordi e concetti sono sequenze di sensazioni, combinazioni di odori e voci delle persone che ci hanno raccontato cose. Il mondo che conosco è lo stesso di chi vede, ma io procedo per gradi. Costa fatica. Per un cieco viene sempre il momento di fare i conti con la propria cecità. Sarà banale, ma a me è accaduto parecchi anni fa, parlando con un amico: senza farci caso lui mi disse che stava osservando tre persone, il muro, il cielo e una mela, tutto in uno stesso istante. Rimasi sconvolta. Per poter “vedere” un tavolo con un solo colpo d’occhio io mi ci dovrei sdraiare sopra e toccarne contemporaneamente ogni spigolo coi polpastrelli. Questo probabilmente equivale al comune concetto di vedere».

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Messaggio  antonia luisa raucci Dom Nov 29, 2009 7:29 pm

L’esperienza di questo laboratorio ha lasciato in tutti noi un segno particolare ed è arricchente poter conoscere i diversi modi con cui è stata vissuta!
...Mi sono bendata … ho chiuso così gli occhi al mondo esterno per aprirli alla mia interiorità …
Immediatamente mi ha assalito un’affascinante sensazione di tranquillità … silenzio… che mi permetteva di ascoltare la musica del mio corpo… i battiti del mio cuore, il mio respiro… sarei restata così per ore!
Ma poi ho pensato che questa sensazione di pace era dovuta alla situazione creata (non sarebbe stato lo stesso se avessi dovuto percorre l’aula) … ma soprattutto alla certezza che appena volevo potevo togliere la benda … per poter ritorna a gustare nuovamente i colori della vita nonostante il più delle volte siamo troppo affaccendati per accorgerci delle loro sfumature!

…spesso riusciamo a dare valore alle cose quando esse mancano!!!!

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Messaggio  Admin Dom Nov 29, 2009 8:07 pm

Carissimi/e
la simulazione ha proprio due scopi:

- farvi vivere l'esperienza diretta, in corsi in cui fate tanta teoria, di disabilità sulla vostra pelle
- rendervi sensibili all'ascolto e alla riflessione per poter essere dei bravi insegnanti domani.
complimenti a voi per le vostre riflessioni.
la docente
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Messaggio  minieri fortuna Dom Nov 29, 2009 9:51 pm

Buonasera a tutti. Purtroppo io non ho partecipato alla lezione di venerdì ma dai commenti delle mie colleghe penso sia stata una lezione DI VITA interessantissima..........spero che l'insegnante ci dia la possibilità, a noi "casi particolari", di ripetere la simulazione.Comunque dalle poesie lette sul forum quella che più mi ha colpito è la prima:Angelo del Signore. Ho condiviso questa esperienza con mio marito...é stato stupendo.Ho scoperto un lato del suo carattere che non conoscevo.....grazia anche per questo.
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Messaggio  Sara Gribaudo Dom Nov 29, 2009 10:10 pm

Ho trovato la lezione di venerdi davvero molto interessante; il motivo principale è che provare sulla nostra pelle (anche se per pochi minuti) la sensazione di non vedere rende decisamente più accentuati gli altri sensi:cerchiamo di basare la nostra percezione di ciò che ci sta attorno soprattutto sull'ascolto, sul tatto (tocchiamo quello che ci sta accanto,qualunque cosa).
Secondo me anche il contesto ha contribuito a provare determinate sensazioni anzichè altre:eravamo tra persone conosciute.....immaginiamo cosa avremmo provato se attorno a noi ci fossero stati degli estranei,o se ci fossimo trovati in un posto a noi poco familiare.....sicuramente le difficoltà sarebbero state maggiori,o quantomeno il disagio!
Dovremmo avere l'opportunità di fare più esperienze del genere,sicuramente ci servirebbe a migliorare la nostra resilienza.
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Messaggio  Carolina Nermettini Dom Nov 29, 2009 10:19 pm

Quella di oggi è stata davvero una lezione interessantissima, finalmente abbiamo potuto sperimentare praticamente la condizione di un non vedente.
Non sono riuscita a rilassarmi come alcune colleghe hanno riferito anzi ero piuttosto agitata e non vedevo l'ora che finisse.
Questa esperienza mi ha consentito di riflettere sul fatto che è difficile capire realmente cosa prova un non vedente essendo noi esseri dotati del dono della vista.
E' davvero vero il famoso detto napoletano " o' sazio nun crede o' digiun" cioè chi non si trova nelle stesse condizioni di un altro non riesce a capirlo fino in fondo.
Questa esperienza mi ha richiamato alla mente quel giorno in cui fui chiamata per una supplenza; mi fu affidata una bambina non vedente. Mi trovai in grossa difficoltà perchè non sapevo proprio cosa fare.
Volevo ringraziare la Prof.ssa che attraverso questa esperienza ci sta regalando tantissime emozioni.

Carolina Nermettini

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lezione 7 - lab. 27 novembre - SIMULAZIONE - Pagina 4 Empty Roberta Colmayer

Messaggio  Roberta Colmayer Dom Nov 29, 2009 10:32 pm

[i]Si dice sempre che bisogna vivere una determinata situazione per poterla comprendere fino in fondo: venerdì ne abbiamo avuto la prova!
Avrei tante e tante cose da dire, riflessioni che si sono susseguite durante la simulazione vera e propria e durante il dibattito: tutte così vive, così forti, così importanti... Una lezione di vita, più che di un corso universitario.
Inizio col definire quelle che sono state le mie emozioni durante la simulazione. Non so se è "normale" ma, come hanno detto altre ragazze in aula, io sono stata bene: ho provato un incredibile senso di serenità..tutto quel silenzio l'ho assaporato tutto. Non ho pensato al deficit in sè, mi spiego meglio: io credo e affermato più volte nel corso dei miei interventi al forum che queste persone (che come ci ha insegnato la poesia "chiamatemi per nome" forse è meglio non etichettare) sono speciali...Nell'ultima strofa della prima poesia "Vi sentite come in colpa per la mia diversità e non cogliete l’insegnamento che la mia vita dà" ritrovo tutta l'essenza della vita: la grinta, la forza,il sorriso di chi nonostante ha lacrime che cadono lungo la strada, capisce quanto è bello vivere...
E allora immedesimandomi, per quanto potessi, nei panni di una non vedente, ho provato a gustare, a vivere fino in fondo la vita attraverso i sensi che restavano attivi.. Gli odori, i suoni...tuttò più vivo, tutto vissuto con meno superficialità.
Ad esempio, credo che non sarei mai riuscita a concentrarmi così tanto sull'ascolto delle poesie, perchè inevitabilmente sarei stata distratta da qualcosa...
Il buio mi ha aiutato anche a "vedere" le immagini dei cmponimenti, soprattutto del secondo... Ho "visto" il mare, le nuvole, per un attimo sono diventata gabbiano anche io...Da qui mi è sorta una domanda però: io tutto ciò posso immaginarlo perchè l'ho visto...ma chi è cieco dalla nascita?? cosa"vede"? cosa immagina???
Ecco che ho avuto davvero paura, in quel momento. Ho davvero provato un senso di oppressione...l'idea di avere il nulla davanti a me,il pensiero che le persone non possano, ad esempio, vedere la bellisima vista che abbiamo al suor orsola, il mare , il vesuvio, il golfo...ecco tutto ciò mi ha particolarmente rattristato...
Quando ho riaperto gli occhi, quasi mi dava fastidio il " frastuono delle immagini"...come se nn riuscissi ad utilizzare piu i due sensi contemporneamnte..
Concludo con un'ultima riflssione. Durante il dibattito ho pensato ad una cosa che mi è stata raccontato da un amico: accanto al suo appartamento vive una famiglia con una bambina non vedente e mi ha detto di sentire quasi tutte le sere la piccola piangere...Non potrò mai capire fino in fondo cosa vuol dire privarsi dei colori della vita, ma se un giorno dovessi lavorare con un bambino non vedente, proverò con tutta me stessa a trasmettergli con gli altri sensi ciò che non ha la fortuna di vedere e sono sicura che lui mi mostrerà quanto di bello nella vita, fino a quel momento, nonostante abbia gli occhi per guardare,non sarò riuscita a vedere!!!
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Messaggio  Sara Gribaudo Dom Nov 29, 2009 10:42 pm

Ritengo che la poesia "chiamatemi per nome" sia bellisima, e molto significativa:spesso siamo noi che facciamo sentire gli altri diversi,come dice la poesia "in bilico" a loro basterebbe davvero poco,solo un appiglio,una speranza...e quella solo noi la possiamo dare!
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Messaggio  EMMA MARCHIONE Dom Nov 29, 2009 11:42 pm

La prova che abbiamo fatto in aula per me è stata molto significativa perchè per la prima volta ho capito come deve essere vivere senza vedere!
Nella vita, ognuno di noi ha simulato il così detto gioco " mosca cieca ". Benda davanti agli occhi e poi buio completo.Questo mi ha fatto pensare a tanti individui che vivono sempre Così. Forse loro non si pongono problemi perchè non hanno mai visto colori, cose, luce, però avvertono stimoli che rafforzzano le sue sensazioni e sviluppano interesse per la conoscenza. Questo fa riflettere molto, perchè noi spesso non ci soffermiamo a guardare le cose belle che la natura offre. Un tramonto incantevole, un' alba luminosa, una giornata di sole, noi a volte neppure li vediamo. Come è difficile capire e spiegare a un individuo non vedente tutto ciò che ci circonda!!! Exclamation

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Messaggio  antonietta.picascia Lun Nov 30, 2009 12:29 am

Buonasera a tutti!
Venerdì scorso abbiamo fatto una simulazione;la professoressa ci ha chiesto di bendarci.
Abbiamo provato per un bel po di tempo la sensazione di essere ciechi!La mia sensazione al riguardo è stata molto negativa!Ho provato un senso di smarrimento,ansia,instabilità..cercavo il contatto fisico con la collega che mi era accanto per sentire o meglio avvertire la sua presenza che in quel momento non vedevo.La cosa che mi ha colpito è stata quella di avvertire un intensificazione degli altri sensi:l'udito e il tatto.Mentre eravamo bendati la professoressa ci ha letto delle poesie e ho notato che ero più attenta e immaginavo di vedere(con gli occhi "interiori")ciò che le poesie raccontavano.Nonostante ciò non vedevo l'ora che l'incubo finisse e che ritornassi a vedere la luce del sole!Quando la simulazione è terminata immediatamente ho pensato a tutte quelle persone che non possono vedere e a quanto questo possa essere drammatico. Sad

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Messaggio  Alessia D'Alessandro Lun Nov 30, 2009 12:51 am

Venerdì c è stata una simulazione in aula nella quale abbiamo provato l esperienza della cecità.
A differenza di altre colleghe che avevano provato sensazioni negative,io al contrario ero tranquilla e rilassata,in pace con me stessa.Per me è stata un esperienza bellissima perchè per un attimo sono riuscita a distaccarmi dalla realtà caotica in cui quotidianamente mi imbatto.Ho imparato ad ascoltare meglio le opinioni altrui ed inoltre ho notato che in questa occasione abbiamo finalmente raggiunto il silenzio!
E' stata un esperienza decisamente costruttiva e spero che ce ne saranno altre

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Messaggio  Giuseppina Trinchillo Lun Nov 30, 2009 1:05 am

L'esperienza che abbiamo vissuto venerdì non la dimenticherò mai!La professoressa ci ha invitato a bendarci con dei foulard,in modo tale che non potessimo vedere più niente.Successivamente ci ha letto delle poesie,dopo averle lette ci ha chiesto di fare degli interventi rimanendo bendati.
Voglio sottolineare che per me è stata un'esperienza tragica.In quel momento ho avuto paura,ho provato ansia e angoscia,mi sono sentita oppressa,mi girava la testa.Per tutto il tempo ho tenuto la mano di una mia collega!Avevo bisogno di vedere le persone che sentivo parlare per stabilire un contatto oculare.Ho capito che per me la vista è un dono prezioso attraverso il quale cogliamo le bellezze che ci circondano,ma al tempo stesso ho pensato a quelle persone che purtroppo non possono vedere e a quanto io sia fortunata rispetto a queste!

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Messaggio  teresa di domenico Lun Nov 30, 2009 1:07 am

in 1 unica parola.....bella!!!!è stata veramente una bella lezione ricca di emozioni,sono passati 3 giorni e nn faccio altro che parlarne con tutti i miei amici di qst MIA esperinza!!!
ATTENZIONE!!!!!ho scritto mia esperienza...ma se ciò lo dovessi pensare come un qualcosa di vero...cioè non vederci più... a sol pensiero ci sto male!!!!non vedere colori...immagini...persone...luoghi ect... mentre vivevo qst esperienza ero in pace ,stavo bene ,cm tante altre mie colleghe ma dopo qndo è iniziata la discussione ho iniziato a rifletterci ,e qndo sentivo persone che dicevano che sarebbero state cosi per altre ore mi sono un pò arrabbiata....perchè noi lo diciamo con la consapevolezza che dopo 10 minuti,1 ora,1 giorno torniamo a vedere.....ma pensiamo ciò in modo indeterminato ....io non ci voglio nemmeno pensare!!!
la vista cm gli altri sensi sono importanti per noi individui ma ciò non toglie che una persona cieca...cm sorda o altro non si deve precludere di vivere !!!!

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